Terremoto in Italia Centrale: la terra torna a tremare
La terra torna a tremare in Italia Centrale. Dopo il tremendo terremoto del 24 agosto, ieri scosse di magnitudo superiore a 5 hanno interessato l'area tra Marche e Umbria.
La terra torna a tremare in Italia Centrale. Dopo il tremendo terremoto del 24 agosto, ieri scosse di magnitudo superiore a 5 hanno interessato l'area tra Marche e Umbria.
Il terremoto del Nepal è stato così intenso che potrebbe aver inciso sull'altezza del monte Everest, variandola di qualche centimetro, in più o in meno.
È passato circa un anno dagli eventi sismici che hanno interessato il Centro Italia. Costituiscono la sequenza sismica Amatrice-Norcia-Visso, come la definisce l’INGV, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. I terremoti ebbero inizio il 24 agosto 2016 con successivi episodi, anche di magnitudo piuttosto elevate, con epicentri compresi tra la Valle del Tronto, i Monti Sibillini, i Monti della Laga e i Monti dell’Alto Aterno. Tutti ricordiamo la drammaticità di quei giorni e spesso siamo atterriti davanti alle forze che la natura può scatenare. Conoscere la geologia può aiutarci a comprendere e affrontare simili tragedie.
La Sicilia ha dovuto affrontare una situazione di emergenza proprio in corrispondenza delle festività natalizie. Tutto è iniziato da una suggestiva colonna di fumo innalzatasi dall'Etna alla vigilia di Natale ma pochi giorni dopo è arrivato un violento terremoto che ha provocato danni e feriti. Cosa è successo al vulcano siciliano?
Nella serata di ieri, una violenta scossa di magnitudo 8.3 ha colpito la parte centrale del Cile, con epicentro nella regione del Coquimbo a circa 400 chilometri a nord della capitale, Santiago del Cile.
Stanotte, un terremoto di magnitudo 6.0 della scala Richter ha colpito l'Appennino centrale in provincia di Rieti, nelle zone dei comuni di Accumoli, Norcia e Amatrice.
Un terremoto è spesso seguito da eventi di intensità minore ma può accadere, invece, che tra le scosse successive ve ne sia una di magnitudo maggiore della principale. Sapere cosa accadrà, se il pericolo è passato o se la terra tremerà nuovamente e più di prima, sarebbe rilevante per il calcolo del rischio geologico e quindi essenziale per salvare vite. Laura Gulia e Stefan Wiemer, ricercatori del Servizio Sismologico Svizzero del Politecnico di Zurigo, stanno mettendo a punto un metodo che riesca, attraverso la valutazione di una specifica costante, a stabilire se il peggio deve ancora arrivare.