Molto probabilmente, la NASA annuncerà domani ufficialmente la sua intenzione di lanciare una sonda che si immergerà nell'atmosfera del Sole.
La missione Solar Probe Plus dovrà far fronte a temperature e radiazioni diverse da quelle incontrate da qualsiasi altra sonda, ma i dati raccolti aiuteranno gli astronomi a formulare previsioni su tempeste solari e forniranno indizi su alcuni dei misteri più profondi che circondano la nostra stella più vicina.
I precedenti
Nel 1976, un blocco di 370 chilogrammi di strumenti chiamato Helios 2 è riuscito ad arrivare a circa 43 milioni di chilometri della superficie del Sole, durante una missione che aveva lo scopo di studiare i venti solari e i raggi cosmici.
Attualmente, la dipendenza del nostro mondo da una tecnologia che può subire danni enormi da un'estrema attività solare, ci rende vulnerabili rispetto a minacce che probabilmente nemmeno conosciamo interamente. Inoltre, gli esseri umani che un giorno potrebbero vivere al di fuori della nostra atmosfera avranno anche bisogno di protezione da venti di radiazioni e particelle cariche.
Per migliorare il modo di affrontare queste questioni, la NASA sta per avvicinarsi ancora più di quanto ha fatto Helios 2 al Sole: la nuova missione dovrebbe essere lanciata intorno all'agosto del prossimo anno. La robusta, piccola sonda oscillerà intorno a Venere sette volte nel corso di sette anni per poi stabilizzarsi poi su un'orbita che la porterà entro 6 milioni di chilometri dalla superficie del Sole (la fotosfera).
Potrebbe sembrare una distanza non molto ravvicinata ma questa corrisponde a sole nove volte il raggio del Sole e permetterà di tracciare i campi magnetici e raccogliere alcune particelle solari senza danno. La sonda dovrà sostenere temperature fino a 1.400°gradi centigradi.
Lo scudo termico
"Il principale progresso tecnologico di questa missione è lo scudo termico", ha spiegato Brad Tucker della NASA, "lo scudo dche proteggerà dal calore la sonda è uno scudo di carbonio composito di 11,5 centimetri di spessore, che può sopportare temperature di quasi 1.400 gradi Celsius". Il carbonio impiegato si presenta sotto forma di materiali quali nanotubi e grafene, che hanno già rivoluzionato la nostra capacità di realizzare sonde abbastanza leggere e tuttavia resistenti a condizioni estreme.
Oltre allo scudo termico, il Solar Probe Plus (che costerà 1,5 miliardi di dollari) userà un sistema di circolazione attiva per proteggere gli strumenti che misurano i campi elettrici e magnetici della corona e la densità del plasma.
[Immagine: credit NASA]