L’aumento dei livelli di anidride carbonica potrebbe potenzialmente distruggere l’abitabilità dei pianeti simili alla Terra.
L’aumento dei livelli di anidride carbonica potrebbe potenzialmente distruggere l’abitabilità dei pianeti simili alla Terra. A dirlo, un nuovo studio pubblicato su Nature Communications da parte di ricercatori del NOAA/Geophysical Fluid Dynamics Laboratory di Princeton, Stati Uniti. Secondo la ricerca, i gas serra potrebbero infatti arrivare a far scomparire le vitali risorse idriche di un pianeta.
Nel corso di milioni di anni, la luminosità del Sole aumenterà e la Terra sarà inondata da maggiore radiazione solare. Come conseguenza, la temperatura media della superficie terrestre crescerà fino a un punto in cui l’acqua liquida diventa instabile e gli oceani, i fiumi e i laghi evaporeranno nell’atmosfera. Infine, si perderanno nello spazio, rendendo il pianeta inabitabile. Tuttavia, non si sa ancora se un grande aumento delle concentrazioni atmosferiche dei gas a effetto serra come l’anidride carbonica possa anche distruggere l’abitabilità dei pianeti ricchi di acqua.
Max Popp e colleghi hanno analizzato con un modello l’effetto della variazione dei livelli di CO2 su un pianeta ideale, supposto interamente ricoperto da acqua. Lo scopo era ottenere una previsione degli eventuali effetti di quei cambiamenti sul sistema climatico terrestre.
Utilizzando una serie di simulazioni numeriche gli autori hanno dimostrato che, una volta che i livelli di CO2 hanno raggiunto la concentrazione di 1.520 parti per milione, le temperature medie superficiali superavano i 330 gradi K (circa 57 gradi centigradi). Successivamente, effetti dovuti alle nuvole destabilizzavano il clima del pianeta, determinando condizioni di umidità nell’atmosfera superiore, dove l’acqua poteva disperdersi nello spazio molto più velocemente di quanto si verifica oggi nella, più secca, alta atmosfera terrestre.
Anche se i risultati suggeriscono che i gas serra potrebbero rappresentare per l’abitabilità di un pianeta una seria minaccia, al pari della luminosità del Sole, si tratterebbe comunque di processi che si verificherebbero in corrispondenza di livelli di CO2 significativamente superiori a quelle registrati oggi e nel corso di milioni di anni, quindi ben al di là delle scale temporali umane.