I bambini affetti da disturbi dello spettro autistico mostrano spesso difficoltà nel riconoscimento delle emozioni provate dalle persone che li circondano. In un nuovo studio, i cui risultati sono stati pubblicati su Science Robotics, è stata testata una terapia che ha come protagonista un piccolo robot in grado di mostrare differenti stati emozionali ai pazienti e di registrarne le reazioni. I dati raccolti, elaborati da una intelligenza artificiale, promettono di poter essere la base di nuove terapie personalizzate per far sì che i soggetti interessati possano imparare ad interagire sulla base delle emozioni proprie e dell'interlocutore, in questo caso il robot stesso.
Sony prepara il lancio del robot "emotivo"
La Sony ha annunciato l'intenzione di sviluppare un robot "in grado di formare un legame emotivo con i clienti".
Non sai montare una sedia Ikea? A Singapore ci pensa un robot
Problemi nel montaggio di mobili Ikea? Ora anche i robot si potranno cimentare in questo compito, tipico degli amanti del fai da te: gli scienziati della Nanyang Technological University (NTU) di Singapore hanno sviluppato una macchina che può assemblare una sedia della famosa catena di negozi svedese in autonomia e senza interruzioni.
Arrivano i droni
SoFi, un soft robot per studiare la vita nell’oceano
Presto sarà possibile esplorare gli oceani da un punto di vista molto particolare. È quello di SoFi, un pesce robot su cui stanno lavorando i ricercatori del Computer Science and Artificial Intelligence Lab del Massachusetts Institute of Technology. Il suo primo test è stato effettuato nelle acque della Rainbow Reef delle isole Fiji, dove è riuscito a raccogliere foto e video ad alta risoluzione utilizzando un obiettivo fish-eye (e come potrebbe essere altrimenti?).
Non è il primo animale da compagnia che ci verrebbe in mente ma gli scienziati hanno dimostrato che è possibile addomesticarlo: stiamo parlando di un ragno. Gli hanno insegnato a saltare a comando per poter scoprire i segreti nascosti nei suoi movimenti, talmente efficienti da renderlo un predatore formidabile. Ma a cosa serve uno studio simile?
Elon Musk, la simbiosi uomo-intelligenza artificiale e il progetto Neuralink
Elon Musk non smette mai di sorprenderci con i risultati delle sue aziende dagli obiettivi a dir poco avveniristici: dopo i razzi riutilizzabili di SpaceX e le automobili elettriche Tesla, questo è il turno della sperimentazione di un'interfaccia cervello-macchina. È stato presentato da poco il lavoro svolto da Neuralink, la compagnia fondata da Musk, nel 2017, per sviluppare sistemi di trasmissione di dati tra persone e computer. Il primo passo di questa impresa è stata una piccola piattaforma che permette di rilevare l'attività dei neuroni di un topo. Questo è, forse, l'inizio di una rivoluzione che ci condurrà a una simbiosi uomo-intelligenza artificiale ma la sua importanza attuale riguarda nuove cure per malattie quali il morbo di Parkinson o le paralisi.
Un robot in sala operatoria
Era quasi l’alba del XXI secolo quando la Food and Drug Administration, l’agenzia governativa degli Stati Uniti che ha il compito di vigilare sulla salute e sicurezza pubblica tramite il controllo di cibi, farmaci e dispositivi medici, approvò l’utilizzo di Da Vinci, un robot in grado di supportare i chirurghi durante gli interventi. Il suo nome è un evidente omaggio al genio del Rinascimento italiano, forse il più grande innovatore che la storia abbia conosciuto. Questa tecnologia è all’altezza del personaggio a cui fa riferimento?
Musica e robot: una mano stampata in 3D suona il piano
È da decenni che gli scienziati fanno suonare il pianoforte ai robot. Nel caso dello studio pubblicato recentemente su Science Robotics, però, il tentativo diviene più ambizioso: gli ingegneri hanno cercato di avvicinarsi quanto più possibile alla riproduzione di un arto robotico con caratteristiche dell'anatomia umana. Quali sono stati i risultati? Capiamolo insieme.
Siamo in un ascensore e, mentre le porte si stanno chiudendo, scorgiamo una coppia che si sta dirigendo con una certa fretta verso di noi. Ancora prima che ci chiedano di bloccare la chiusura per permettergli di salire, sappiamo che desiderano farlo. Questo è un comportamento istintivo - definito teoria della mente - per ora inimmaginabile per una intelligenza artificiale. Un approfondimento pubblicato recentemente su Scientific American ci apre le porte di una nuova sperimentazione la cui direzione è la creazione di IA con abilità sociali predittive che permetteranno una migliore interazione con le persone.