FIRENZE – La radiazione ultravioletta (UV, 200-400 nm) è solo una piccola parte della radiazione in arrivo dal Sole, circa il 7%, ma per l’alto contenuto di energia può interferire, con notevoli effetti, sui meccanismi biologici degli esseri viventi.
La radiazione ultravioletta (UV, 200-400 nm) è solo una piccola parte della radiazione in arrivo dal Sole, circa il 7%, ma per l’alto contenuto di energia può interferire, con notevoli effetti, sui meccanismi biologici degli esseri viventi. Nonostante l’azione benefica nello stimolare la produzione di vitamina D, una sovraesposizione all’UV può mettere a rischio la salute della pelle e degli occhi, come evidenziato da diversi studi al centro dell’interesse dei ricercatori. Da qui le ricerche su come proteggersi dal rischio UV. I tessuti con cui ci vestiamo possono dare un contributo importante in questo senso anche se – è bene rilevare – non basta coprirsi per essere al sicuro! Tipologia di fibre impiegate, pattern e compattezza dell’armatura del tessuto, trattamento e colore dei tessuti possono risultare determinanti nell’assicurare la protezione UV che viene misurata con un indice analogo a quello delle creme solari, l’UPF.