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27 Set 2017

Scienziati inglesi “spiano” i primi giorni dell’embrione umano

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Per la prima volta, gli scienziati sono riusciti a “spiare” i primissimi giorni di esistenza dell’embrione umano. Gli studiosi hanno usato una tecnica di editing genetico con cui hanno identificato il ruolo fondamentale di un gene che indispensabile per lo sviluppo dell’embrione. 

Per la prima volta, gli scienziati sono riusciti a “spiare” i primissimi giorni di esistenza dell’embrione umano. Gli studiosi hanno usato una tecnica di editing genetico con cui hanno identificato il ruolo fondamentale di un gene che indispensabile per lo sviluppo dell’embrione.

 

L’uso della tecnica CRISPR

Lo studio si è basato sulla tecnica CRISPR-Cas9, un sistema di modifica genetica con il quale si possono apportare modifiche molto precise al DNA nel genoma. In questo caso, i ricercatori hanno utilizzato CRISPR-Cas9 per interrompere la produzione di una proteina chiamata “OCT4”, che già si riteneva importante per lo sviluppo degli embrioni. Gli embrioni umani modificati tramite la CRISPR hanno permesso di fare luce sulle primissime fasi del loro sviluppo e, come si legge sulla rivista Nature, confermano, e ampliano, il ruolo fondamentale per la loro crescita della proteina OCT4.

 

Usati ovuli non più utili per la FIV

Un gruppo di biologi guidato da Kathy Niakan dell’Istituto Francis Crick di Londra ha operato su un totale di 58 embrioni generati in cliniche della fertilità in seguito di trattamenti di fertilizzazione in vitro (FIV) che non erano più necessari per la FIV e sono stati donati per la ricerca. L’inglese Human Fertilisation and Embryology Authority ha approvato lo studio, ed è la prima volta che un ente regolatore nazionale ha approvato una ricerca che comporta editing genetico a carico di embrioni umani.

Il team ha iniettato le “macchine” molecolari necessari per l’editing genetico della CRISPR-Cas9 quando gli ovuli fertilizzati consistevano di una sola cellula e ha poi seguito il loro sviluppo in laboratorio per una settimana. E’ presto apparso chiaro l’embrione privo dei livelli normali di OCT4 deviava dal suo normale sviluppo, raggiungendo solo nel 19 per cento dei casi lo stadio successivo dello sviluppo, quello di blastocisti (embrione multicellulare).

 

L’importanza di usare embrioni umani

La ricerca sugli embrioni umani è stata cruciale. Sebbene sia infatti possibile ripetere lo stesso tipo di esperimento su embrioni di topi, gli scienziati sottolineano che i due tipi di test possono essere molto differenti, in quanto a utilità finale. Il team di Niakan, che ha effettuato anche studi sui topi, ha infatti scoperto che gli embrioni umani hanno smesso di crescere prima degli embrioni murini che non dispongono della proteina OCT4 e hanno mostrato diversi modelli di espressione genica. Inoltre, in quelli umani si verificavano anche anomalie impreviste nelle cellule che danno origine alla placenta.

REDAZIONE
La Redazione del sito saperescienza.it è curata da Micaela Ranieri dal 2019, in precedenza hanno collaborato Stefano Pisani e Alessia Colaianni.
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