Dopo il riavvio con successo del Large Hadron Collider e i primi mesi di presa dati con collisioni protone-protone, l’acceleratore del CERN di Ginevra si sta muovendo verso una nuova fase: le prime collisioni di ioni di piombo della stagione 2, che raggiungeranno un’energia circa due volte superiore a quella di qualsiasi esperimento precedente.
Dopo il riavvio con successo del Large Hadron Collider e i primi mesi di presa dati con collisioni protone-protone, l’acceleratore del CERN di Ginevra si sta muovendo verso una nuova fase: le prime collisioni di ioni di piombo della stagione 2, che raggiungeranno un’energia circa due volte superiore a quella di qualsiasi esperimento precedente. I primi fasci stabili sono stati raggiunti due giorni fa, segnando l’inizio di un percorso, che durerà un mese, durante il quale si scontreranno tra loro ioni di piombo con carica positiva, ossia atomi di piombo spogliati dagli elettroni. Gli esperimenti che prenderanno i dati, nel frattempo, saranno quattro e tra questi ci sarà anche LHCb, che analizzerà questo tipo di collisioni per la prima volta.
Le collisioni di ioni di piombo permetteranno agli esperimenti di LHC di studiare uno stato della materia che esisteva poco dopo il Big Bang, raggiungendo una temperatura di parecchi miliardi di gradi. All’inizio della vita del nostro Universo, per alcuni milionesimi di secondo, la materia si presentava come un mezzo molto caldo e molto denso, una sorta di primordiale zuppa di particelle, composta principalmente da particelle fondamentali conosciute come “quark” e “gluoni”. L’aumento delle energie di collisione con gli ioni di piombo permetterà appunto di aumentare le conoscenze relative a questo particolare mezzo che comparve all’alba del nostro Universo.
[Immagine: credit CERN]