Gli antiprotoni si attraggono tra loro. Sono i risultati della misura, effettuata per la prima volta, dell’interazione tra antiprotoni, le particelle di antimateria equivalenti ai protoni.
Gli antiprotoni si attraggono tra loro. Sono i risultati della misura, effettuata per la prima volta, dell’interazione tra antiprotoni, le particelle di antimateria equivalenti ai protoni. Lo studio, che compare sulla rivista Nature, mostra che l’interazione tra gli antiprotoni è di tipo attrattivo e che due parametri fisici caratteristici corrispondo a quelli dell’interazione protone-protone.
Compendere le forze in gioco tra le particelle del nucelo, protoni e neutroni, è uno dei principali obiettici della fisica nucleare. Sebbene, finora, per quanto riguarda la materia le forze tra queste particelle siano state descritte sperimentalmente, per l’antimateria si sono presentate delle difficoltà. Le antiparticelle sono già state individuate, infatti, ma è molto complesso produrne in quantità sufficiente per misurare l’interazione tra di esse.
Aihong Tang e colleghi della STAR Collaboration hanno sato il Relativistic Heavy Ion Collider del Brookhaven National Laboratory, Stati Uniti, per produrre antiprotoni dalla collisione ad alta energia di atomi di oro. Gli scienziati hanno scoperto che gli antiprotoni hanno un’interazione attrattiva e che la lunghezza di scattering e il raggio effettivo di interazione (parametri fisici caratteristici delle interazioni di queste particelle) sono consistenti con quelli dell’interazione protone-protone. Gli scienziati ritengono che questa misura diretta rappresenti un importante passo avanti verso la comprensione di struttura e proprietà degli anti-nuclei più complessi.
[Immagine: credit Brookhaven National Laboratory]