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19 Gen 2018

Biopsia liquida: risultati promettenti per lo screening dei tumori

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È stato pubblicato ieri, su Science, il lavoro portato avanti da un gruppo di ricercatori della John Hopkins University di Baltimora, in Maryland, riguardante l’individuazione e la localizzazione di tumori adoperando la biopsia liquida. Di cosa stiamo parlando e quali vantaggi potrebbe portare lo sviluppo di questa tipologia di diagnosi?

È stato pubblicato ieri, su Science, il lavoro portato avanti da un gruppo di ricercatori della John Hopkins University di Baltimora, in Maryland, riguardante l’individuazione e la localizzazione di tumori adoperando la biopsia liquida. Di cosa stiamo parlando e quali vantaggi potrebbe portare lo sviluppo di questa tipologia di diagnosi?

 

La sperimentazione

 

Una delle tecniche messe a punto negli ultimi anni per la diagnosi precoce del cancro è la biopsia liquida, un insieme di test effettuati su un prelievo di sangue per individuare indizi della presenza di un tumore, quali cellule tumorali o frammenti di DNA e RNA rilasciati nel circolo sanguigno dalla neoplasia stessa. Nello specifico, i ricercatori hanno esaminato DNA e proteine presenti nel sangue raggiungendo risultati positivi per il 70% delle volte, analizzando otto tipi di tumori comuni (quelli che colpiscono ovario, fegato, stomaco, pancreas, esofago, colon-retto, polmoni e mammella) in più di 1000 pazienti in cui non vi era ancora diffusione di metastasi. È stato anche possibile localizzare l’organo di origine, un dato non ottenibile nelle biopsie liquide già esistenti.

 

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Nuovi sviluppi

 

Questo lavoro potrebbe essere l’inizio per l’utilizzo di uno strumento di routine per lo screening, riuscendo così a individuare il tumore prima che mostri i sintomi, quindi in un intervallo di tempo in cui potrebbe essere più facile curarlo. Il test – chiamato CancerSEEK – si è mostrato particolarmente valido in questa fase di sperimentazione: raramente è risultato positivo in una persona sana (è successo solo in 7 casi su 812) ed è riuscito a individuare i due possibili siti di origine del cancro nell’80% dei pazienti. Ci sono, però, alcuni aspetti da chiarire.

 

Ancora un po’ di pazienza

 

Nonostante i risultati promettenti di questo studio, c’è ancora molta strada da percorrere. Ad esempio, le proteine legate al cancro sono il risultato del danneggiamento di un tessuto, situazione presente anche in malattie infiammatorie come le artriti e questo porterebbe all’individuazione di falsi positivi. In pazienti asintomatici, con tumori molto piccoli, questo esame potrebbe non funzionare a causa della quantità minore di DNA disperso nel sangue, o ancora,  si è mostrato meno sensibile nell’individuazione dell’origine del tumore nei casi di neoplasia al colon-retto, ai polmoni e alla mammella. La biopsia liquida CancerSEEK, quindi, dovrà essere ancora perfezionata affinché possa entrare a far parte delle analisi di routine per lo screening oncologico.

REDAZIONE
La Redazione del sito saperescienza.it è curata da Micaela Ranieri dal 2019, in precedenza hanno collaborato Stefano Pisani e Alessia Colaianni.
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