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28 Feb 2017

Cancro: la speranza arriva dall’ibernazione?

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L’ibernazione, usata in combinazione con la radioterapia, potrebbe essere in futuro la chiave per combattere il cancro.

Secondo una nuova ricerca, l’ibernazione, usata in combinazione con la radioterapia, potrebbe essere in futuro la chiave per combattere il cancro. Gli scienziati suggeriscono che mettere i malati di cancro in uno stato di profondo sonno letargico potrebbe ipoteticamente rallentare le loro funzioni corporee e fermare la diffusione dei tumori all’interno dei loro tessuti, oltre che aumentare la resistenza del corpo alle radiazioni.

 

Questo trattamento sperimentale, che è ancora molto prematuro e a molti anni di distanza dall’applicazione nell’uomo, potrebbe sembrare fantascienza, anche se ha qualche fondamento nella realtà. Precedenti ricerche svolte sui ratti hanno infatti mostrato che indurre l’ibernazione raffreddando i corpi fino a portarli a una temperatura compresa tra 15 e 19 gradi Celsius ha l’effetto non solo di rallentare le funzioni metaboliche, ma anche di aumentare la radioresistenza, ossia la tolleranza per la radioterapia.

 

Guadagnare tempo

Ora, il fisico Marco Durante del Trento Institute for Fundamental Phisycs and Applications, a Trento, sostiene che lo stesso approccio potrebbe funzionare anche per i pazienti terminali di cancro e potrebbe essere utilizzato in nei casi di tumore al quarto stadio, in cui il cancro è diffuso così ampiamente da non poter più considerare come opzione le terapie convenzionali.

“Non possiamo trattare tutte le metastasi del cancro, non possiamo intervenire chirurgicamente ovunque per rimuovere il cancro o usare le radiazioni in tutte le parti colpite da cancro, senza uccidere il paziente” ha dichiarato il fisico durante l’incontro annuale della American Association for the Advancement of Science (AAAS) che si è tenuto a Boston. “Ma se potessimo mettere il paziente in uno stato di torpore sintetico, di ibernazione indotta, potremmo fermare la crescita del cancro. Questo ci darebbe più tempo”.

 

[Immagine tratta dal film

 

Applicazioni anche nei viaggi spaziali

Gli esseri umani non hanno la stessa capacità naturale di ibernazione che posseggono alcune specie animali, eppure questo è un campo di enorme interesse per gli scienziati: trovare un modo di entrare in sicurezza in animazione sospesa avrebbe molte applicazioni, sia in campo medico che, per esempio, per i futuri esploratori dello spazio, che sarebbero impegnati in viaggi di lunga durata (uno studio di Durante su ibernazione e viaggi spaziali è stato pubblicato di recente sulla rivista Life Sciences in Space Research)

 

La combinazione ibernazione-radioterapia

Secondo lo scienziato, attualmente si punta a raggiungere uno stato di ibernazioni che duri (almeno) una settimana. In questo periodo di tempo, il paziente in letargo potrebbe ricevere una serie di trattamenti anti-cancro che lo guariscano dal tumore senza avere grandi danni. Alla temperatura di circa 13-15 gradi centigradi, infatti, le funzioni metaboliche rallentano al punto che i tessuti, anche colpiti da grandi dosi di radiazioni, subirebbero un danno minimo. Anche se c’è da dire che finora non siamo ancora riusciti a sviluppare un protocollo di radioterapia aggressiva che garantisca l’incolumità del paziente e non si conoscono perfettamente gli effetti incrociati dei trattamenti anticancro usati attualmente e di una tecnica come quella dell’ibernazione.

 

Questione di un decennio?

Nonostante questo, secondo Durante è solo questione di tempo, prima che si sviluppino farmaci in grado di far raggiungere l’ibernazione indotta: questa tecnica potrebbe essere raggiunta entro il prossimo decennio. “Se questo approccio funziona, sarebbe un enorme passo avanti: daremmo speranza a molti pazienti con metastasi multiple” ha concluso Durante.

 

[Immagine: credit beau-foto via Flickr]

REDAZIONE
La Redazione del sito saperescienza.it è curata da Micaela Ranieri dal 2019, in precedenza hanno collaborato Stefano Pisani e Alessia Colaianni.
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