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18 Gen 2018

Influenza: un nemico da temere?

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Siamo sempre più vicini al picco stagionale del numero dei casi di influenza in Italia. Questo confermano i dati di InfluNet, il sistema nazionale di sorveglianza epidemiologica e virologica dell’influenza, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità con il supporto del Ministero della Salute. Quest’anno sembra che la diffusione del virus sia maggiore rispetto a quelli passati. Le cronache ci raccontano di grandi cifre e casi di decesso, cerchiamo quindi di capirne qualcosa in più.

Siamo sempre più vicini al picco stagionale del numero dei casi di influenza in Italia. Questo confermano i dati di InfluNet, il sistema nazionale di sorveglianza epidemiologica e virologica dell’influenza, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità con il supporto del Ministero della Salute. Quest’anno sembra che la diffusione del virus sia maggiore rispetto a quelli passati. Le cronache ci raccontano di grandi cifre e casi di decesso, cerchiamo quindi di capirne qualcosa in più.

 

La malattia

 

L’influenza è una malattia causata da un virus che infetta le vie aeree ed è molto contagiosa infatti può essere trasmessa semplicemente attraverso goccioline di saliva o muco, tosse, starnuti o con il contatto indiretto (parlando a distanza ravvicinata) o diretto con le secrezioni respiratorie di una persona malata. Il virus è capace di mutare da una stagione all’altra ed è per questo che può colpire più volte una popolazione e causare epidemie ricorrenti e, per lo stesso motivo, per prevenirla, la vaccinazione deve essere ripetuta ogni anno. Quest’ultima è raccomandata soprattutto per determinate categorie:

  • soggetti di età pari o superiore a 65 anni;
  • bambini di età superiore ai 6 mesi, ragazzi e adulti sino a 56 anni affetti da patologie che aumentano il rischio di complicazioni da influenza (tra cui malattie dell’apparato respiratorio, cardiocircolatorio o compromissione del sistema immunitario);
  • bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, a rischio di Sindrome di Reye in caso di influenza;
  • donne che siano al secondo o terzo trimestre di gravidanza all’inizio della stagione epidemica;
  • individui ricoverati in strutture per lungodegenti;
  • medici e personale sanitario;
  • familiari e contatti di soggetti a rischio;
  • soggetti addetti a servizi pubblici di interesse collettivo e categorie di lavoratori (ad esempio Forse di Polizia ma anche alcuni gruppi di lavoratori delle pubbliche amministrazioni);
  • personale che, per motivi di lavoro, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzale non umano (tra i quali gli allevatori, i macellatori e i veterinari).

In questa lunga lista ci sono persone che, se contraessero la malattia, rischierebbero purtroppo di perdere la vita. Casi in cui un male stagionale potrebbe avere un epilogo tragico.

 

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Si può morire per un’influenza?

 

Sì, di influenza si può morire e ce lo dimostrano le cronache di questi giorni che segnalano casi di decessi e di pazienti ricoverati in gravi condizioni. Le circostanze che portano alla morte sono molteplici e ben spiegate in un articolo di Scientific American. Sono a rischio prima di tutto bambini e anziani: nei primi il sistema immunitario non ha ancora imparato a rispondere in maniera ottimale alle minacce esterne, nei secondi è indebolito dall’età e da malattie già presenti. Del resto anche la risposta immunitaria può essere talmente forte da distruggere i tessuti polmonari in cui si annida il virus, tanto da compromettere la capacità respiratoria in maniera definitiva. In altre situazioni ci sono infezioni secondarie che prendono il sopravvento proprio grazie all’indebolimento del sistema immunitario: alcuni batteri possono infettare l’apparato respiratorio fino ad arrivare allo shock settico. Oltre alle polmoniti ci possono poi essere altre complicazioni secondarie come infiammazioni del cuore, del cervello e dei muscoli.

 

Prevenire è meglio che curare

 

L’influenza è quindi una malattia da non sottovalutare ed è per questo che, oltre a prevenirla vaccinandoci, è necessario cercare di ridurne la trasmissione anche con misure di protezione personale quali:

  • lavarsi le mani (qualora non ci fossero acqua e sapone, utilizzare gel alcolici);
  • coprire sempre bocca e naso quando si stranutisce o tossisce, trattare i fazzolettini o gettarli – nel caso fossero “usa e getta” – e lavarsi le mani;
  • isolare in casa chi è affetto da malattie respiratorie febbrili, specialmente se in fase iniziale;
  • se malati, utilizzare le apposite mascherine quando ci si trova in ambienti sanitari come gli ospedali.

 

L’importanza dei vaccini per la salute pubblica è innegabile. Se volete saperne di più, acquistate il numero di ottobre di Sapere e leggete l’articolo Il vaccino: l’arma vincente per prevenire le malattie infettive di Barbara Mognetti.

REDAZIONE
La Redazione del sito saperescienza.it è curata da Micaela Ranieri dal 2019, in precedenza hanno collaborato Stefano Pisani e Alessia Colaianni.
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