La sentenza della Corte di Cassazione che annulla, per prescrizione, la condanna del miliardario svizzero Stephan Schmidheiny imputato per disastro ambientale doloso nel maxiprocesso Eternit, ha riportato dolorosamente all’attualità la vicenda delle migliaia di vittime dell’amianto.
La sentenza della Corte di Cassazione che annulla, per prescrizione, la condanna del miliardario svizzero Stephan Schmidheiny imputato per disastro ambientale doloso nel maxiprocesso Eternit, ha riportato dolorosamente all’attualità la vicenda delle migliaia di vittime dell’amianto. Polveri letali che, per quanto concerne questo processo, hanno avuto la loro origine nei quattro stabilimenti italiani della multinazionale Eternit, dal 1966 al 1986, ma che hanno mostrato i segni della loro contaminazione a distanza di anni. Nel caso dell’amianto, infatti, il mesotelioma pleurico può presentarsi anche dopo molti anni: il tempo di latenza, infatti, è compreso tra 20 e 40 anni, ed è anche per questo che l’elenco delle vittime non si può ancora considerare definitivo e si ritiene che potrebbe raggiungere il suo picco nel 2025.
L’amianto nell’industria italiana
L’amianto è stato largamente impiegato nell’industria e il suo utilizzo in edilizia è vietato in Italia dai primi anni Novanta. Il legame tra esposizione ad amianto e malattie polmonari, in particolare asbestosi (patologia polmonare cronica causata dall’inalazione di fibre di amianto), è stato osservato sin dai primi anni del Novecento, ma la prova definitiva di relazione tra amianto e mesotelioma pleurico è arrivata tra il 1955 e il 1960. L’Italia, fino alla fine degli anni Ottanta, è stata il secondo produttore di amianto in Europa dopo l’Unione Sovietica ed esso era impiegato principalmente nella fabbricazione del cemento amianto (Eternit). Il suo basso costo di lavorazione e le sue caratteristiche ne hanno però favorito l’uso in molteplici settori nei trasporti, nell’industria e nell’edilizia. In particolare, come isolante termico in impianti industriali, come materiale fonoassorbente, barriera antifiamma nelle condotte per impianti elettrici, nelle coperture di edifici industriali o civili (Eternit), nelle coperture in cemento amianto delle abitazioni. L’uso più massiccio dell’amianto è comunque avvenuto in edilizia, soprattutto nel periodo 1965-1983 come Eternit. Dal 1994 non vengono più prodotti e commercializzati materiali con amianto.
L’incidenza del mesotelioma, in assenza di esposizione ad amianto, è dell’ordine di un caso su un milione di persone per anno. Tra i lavoratori che hanno sviluppato l’asbestosi, questa cifra sale vertiginosamente e la percentuale di quelli che si ammalano di mesotelioma può raggiungere anche il 10 per cento. Attualmente, si registrano circa 3 mila decessi per patologie collegate all’amianto (1.000 per mesotelioma, 1.500 per carcinoma bronchiogeno – il tumore polmonare più frequente –, altre 500 per tumori extra polmonari).