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29 Ago 2017

Scoperte le basi “cerebrali” dell’acufene

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L’acufene cronico potrebbe essere dovuto alla particolare conformazione di una regione del cervello.

L’acufene cronico, il problema dell’udito i cui sintomi consistono in un fastidioso fischio percepito in continuazione, potrebbe essere dovuto alla particolare conformazione di una regione del cervello. Secondo la ricerca condotta dagli scienziati dell’Università dell’Illinois, le persone che soffrono di acufene cronico – si stima tra il 10 e il 30 per cento della popolazione – hanno il precuneo del cervello modificato. Si tratta di un’area coinvolta nella memoria episodica, nell’elaborazione visuale-spaziale e in alcuni aspetti della coscienza.

Lo studio, pubblicato sulla rivista NeuroImage: Clinical è stato condotto sottoponendo a risonanza magnetica funzionale alcuni pazienti che soffrivano di questo disordine in modo da creare un modello del funzionamento e della struttura del cervello. Gli scienziati hanno quindi non solo assodato l’origine organica di questo problema ma hanno anche scoperto in che modo il precuneo sia coinvolto.

 

Attenzione continua

Questa regione cerebrale, infatti, è connessa a due reti neurali, una legata all’attenzione (che si attiva quando la persona presta attenzione a qualcosa) e l’altra che è nota come rete di “default”, una sorta di modalità in background del cervello, attiva quando la persona è a riposo e non sta pensando a niente in particolare.
Queste reti sono mutuamente esclusive: quando una è “accesa” l’altra è spenta. Il precuneo dei pazienti con l’acufene sembra intervenire nel rapporto tra queste due reti: nelle persone che soffrono di questo disturbo, infatti, il precuneo è più connesso alla rete dell’attenzione e meno connesso a quella di default, quella del “riposo”.

Questo fa sì che il cervello di chi soffre di acufene cronico non si trova mai in uno stato di reale riposo, il che spiegherebbe anche come mai chi è affetto da questo disturbo riferisca più spesso della media di sentirsi stanco e abbia problemi di concentrazione, dato che il cervello resta attento in continuazione all’incessante “fischio”. Lo studio apre anche alla possibilità di trovare dei trattamenti per questa fastidiosa condizione.

REDAZIONE
La Redazione del sito saperescienza.it è curata da Micaela Ranieri dal 2019, in precedenza hanno collaborato Stefano Pisani e Alessia Colaianni.
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