Uno studio in parte condotto anche da italiani ha scoperto nuovi geni associati con l’estrema longevità.
Uno studio in parte condotto anche da italiani ha scoperto nuovi geni associati con l’estrema longevità. La ricerca condotta dalla Stanford University e dall’Università di Bologna è stata pubblicata sulla rivista PLoS Genetics. Il lavoro, che ha usato un nuovo metodo statistico chiamato “informed GWAS” ha identificato cinque geni a cui si dovrebbero i meccanismi fisiologici che presiedono a un invecchiamento in salute, come quello vissuto dai centenari che restano lucidi e attivi anche in avanzata età.
Precedenti studi avevano suggerito una causa genetica per la salute di alcuni centenari che, nonostante avessero dieta e abitudini simili alla media, riuscivano a vivere più a lungo. Finora, era stato individuato un solo gene (l’APOE, coinvolto nell’Alzheimer) che si presentava diverso nei centenari. Nella nuova ricerca, gli scienziati hanno messo a punto un’innovativa tecnica per la gestione statistica di grandi quantità di dati, i cosiddetti Big Data. Con il nuovo metodo statistico dell’ “informed GWAS” e studiando in particolare geni legati a quattordici malattie, i ricercatori hanno trovato cinque geni che forniscono informazioni circa i meccanismi fisiologici legati alla longevità. Questi geni sono coinvolti in vari processi che includono la senescenza, l’autoimmunità e la segnalazione cellulare, oltre che nell’Alzheimer.