Un gruppo interdisciplinare di scienziati baresi ha ottenuto il primo posto in una competizione internazionale, lanciata dall’Università di Harvard, che mirava a individuare i migliori algoritmi per l’analisi di immagini di risonanza magnetica strutturale del cervello allo scopo di predire, con la maggior precisione possibile, l’eventuale presenza di patologie neurodegenerative, tra cui la malattia di Alzheimer, la Sla o il Parkinson.
Un gruppo interdisciplinare di scienziati baresi ha ottenuto il primo posto in una competizione internazionale, lanciata dall’Università di Harvard, che mirava a individuare i migliori algoritmi per l’analisi di immagini di risonanza magnetica strutturale del cervello allo scopo di predire, con la maggior precisione possibile, l’eventuale presenza di patologie neurodegenerative, tra cui la malattia di Alzheimer, la Sla o il Parkinson. Il gruppo dei studiosi di Bari ha ottenuto risultati di tutto rispetto (qui è possibile leggere la classifica completa) nella gara organizzata dal ‘Laboratory for Computational Imaging Biomarkers’ della Harvard Medical School di Boston, che ha coinvolto oltre 50 gruppi di ricerca in tutto il mondo.
“Ora siamo pronti a presentarci alla conferenza Miccai che si svolgerà a settembre presso il Massachusetts Institute of Technology – ha dichiarato Roberto Bellotti del dipartimento di Fisica dell’Università di Bari, a guida del team – dove avremo la possibilità di confrontarci con ricercatori e docenti di tutto il mondo. Siamo passati da una proiezione nazionale-europea a una visibilità internazionale che ci permetterà di approfondire i nostri studi, partendo dalla Puglia”. I loro algoritmi e le loro strategie sono stati valutati come i più efficaci.
Tutto è partito dal lavoro del dipartimento inter-ateneo di Fisica di Bari “M. Merlin” e della sezione barese dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, in collaborazione con ricercatori del Cnr-Issia del capoluogo, ormai specializzati nello studio e nella diagnosi precoce per immagini della malattia di Alzheimer. Il loro lavoro dimostra il superamento della ricerca di base, grazie all’unione di fisica e medicina con l’informatica. A collaborare, infatti, sono stati anche il Bari Computer Center for Science (BC2S), un centro di calcolo scientifico avanzato dell’Università degli Studi di Bari in fase di ulteriore potenziamento con il progetto ReCaS, finanziato dal ministero dell’Istruzione, e dell’Infn, che permette l’elaborazione di grandi quantità di dati e immagini cliniche in in tempi molto brevi, grazie all’uso contemporaneo di diverse migliaia di unità di elaborazione.