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17 Mar 2017

‘Tana’ per l’HIV: scoperta proteina che si trova su cellule in cui si nasconde il virus

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Un gruppo di ricercatori francesi ha identificato una proteina che si trova su cellule che ospitano il virus HIV inattivo.

Un gruppo di ricercatori francesi ha identificato una proteina che si trova su cellule che ospitano il virus HIV inattivo. L’eccezionale scoperta potrebbe accelerare la ricerca della cura per l’AIDS.

Nel mondo, sono circa 36,7 milioni le persone che vivono con l’HIV. Grazie alle moderne terapie antiretrovirali, oggi l’HIV non è più una sentenza di morte per le persone, ma non esiste ancora un modo per eliminare in modo permanente il virus dall’organismo di una persona infetta. I farmaci possono tenerlo in scacco, ma l’HIV ha un’arma potente: si nasconde, invisibile, in riserve del sistema immunitario, dove giace dormiente finché non arriveranno le condizioni ideali per tornare all’attacco. Ecco perché le persone infettate passano la vita ad assumere dispensiosi farmaci: il virus può infatti impiegare solo poche settimane a risorgere dal suo stato di latenza, se il trattamento viene sospeso.

 

La strategia dell’HIV

Le riserve in cui il virus si nasconde si trovano nelle cellule del sistema immunitario chiamate T dormienti: il virus riesce a violare queste cellule e a integrare il proprio materiale genetico con il DNA delle cellule. Questo fa sì che sia estremamente difficile da rintracciare. Ora, un gruppo di scienziati francesi dell’Università di Montpellier, a quanto si legge sulla rivista Nature, ha fatto una scoperta importantissima: un biomarcatore che si trova solo sulla superficie delle cellule T in cui si nasconde in virus inattivo. “E’ dal 1996 che cerchiamo un modo di individuare in quali cellule si nasconde il virus HIV, ma non ci eravamo mai riusciti, finora” ha dichiarato Monsef Benkirane, tra gli autori dello studio.

 

La proteina CD32a

Gli scienziati hanno scoperto una specifica proteina, che hanno chiamato CD32a, sulla superficie delle cellule T con una infezione da HIV latente e che non si trova sulle cellule T non infettate (oppure sulle cellule che hanno l’HIV attivo). Usando questo come biomarcatore, gli scienziati avranno maggiori probabilità di tracciare il virus nel sangue dei pazienti e di capire meglio come fa l’HIV a creare questi serbatoi in cui nascondersi. Anche se la scoperta è eccezionale, purtroppo non è ancora completamente risolutiva, perché gli scienziati hanno trovato questa proteina su circa la metà di tutte le cellule T infettate da HIV latente, ma è comunque un incoraggiante primo passo.

REDAZIONE
La Redazione del sito saperescienza.it è curata da Micaela Ranieri dal 2019, in precedenza hanno collaborato Stefano Pisani e Alessia Colaianni.
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