L’8 novembre è un appuntamento importante per gli Stati Uniti (e per il mondo): è infatti l’Election Day, il giorno in cui gli americani eleggeranno il loro nuovo Presidente. Ma quali sono le posizioni dei due candidati, Hillary Clinton per i Democratici e Donald Trump per i Repubblicani, su alcune questioni scientifiche chiave?
L’8 novembre è un appuntamento importante per gli Stati Uniti (e per il mondo): è infatti l’Election Day, il giorno in cui gli americani eleggeranno il loro nuovo Presidente. Ma quali sono le posizioni dei due candidati, Hillary Clinton per i Democratici e Donald Trump per i Repubblicani, su alcune questioni scientifiche chiave?
Esplorazione spaziale
Clinton
Hillary Clinton, da ragazzina, avrebbe voluto fare l’astronauta, ma la NASA all’epoca non accettava ragazze. Finora, la Clinton ha fornito pochi dettagli su quello che gli USA dovrebbero fare nello spazio ma ha tra i suoi obiettivi dichiarati “migliorare la nostra capacità di far diventare l’esplorazione umana di Marte una realtà”. In un discorso tenuto a Dover, nel luglio 2015, ha poi dichiarato in pubblico di essere “davvero, davvero interessata a supportare il programma spaziale”. Posizioni allineate con quelle della piattaforma dei Democratici, che infatti recita “i Democratici credono nel prosieguo dello spirito che ha animalto l’esplorazione della NASA nel corso dell’ultimo mezzo secolo. Noi rafforzeremo il sostegno alla NASA e lavoreremo in collaborazione con la comunità scientifica internazioale per lanciare nuove missioni nello spazio”.
Non c’è una presa di posizione ben precisa sulle imprese commerciali come SpaceX e Blue Origin ma la Clinton ha detto che non è contraria alla partnership con imprese private, anche se il loro lavoro è collocabile più nell’ambito della scienza applicata mentre il Governo dovrebbe finanziare meglio la ricerca di base.
Trump
Trump è un grande fan dell’esplorazione spaziale anche se la sua è che questo tema potrebbe essere un lusso che non ci si pyuò permettere. Durante un evento a Manchester, N. H., l’11 novembre 2015, ha infattiu affermato: “amo la NASA, mi piace ciò che rappresenta, ma in questo momento abbiamo problemi più grandi…”. La NASA dovrebbe focalizzarsi sull’esplorare nuove frontiere, ha detto Trump a maggio all’Aerospace America, ma infrastrutture, economia e difesa vengono prima: “La nostra prima priorità è ristabilire una forte base economica per questo paese”. E, sulla partnership col privato, “credo ci debba essere una collaborazione crescente tra il settore privato e il Governo, mentre continuiamo a esplorare lo spazio”.
Ingegneria genetica
Clinton
Hillary Clinton non ha preso una posizione chiara sull’ingegneria genetica umana o la modificazione genetica di animali o insetti. Le colture geneticamente modificate, spesso chiamate OGM, sono un’altra questione. “Sono a favore dell’utilizzo di semi e prodotti che hanno una sicurezza comprovata, scientificamente dimostrabile” ha detto nel 2014 durante un meeting della Biotechnology Innovation Organization. “Sono in tanti, per combattere la fame in Africa, quelli alla disperata ricerca di sementi OGM, perché sono resistenti alla siccità e non si sa come altro fare per nutrire le persone” ha altresì dichiarato. Sull’etichettatura degli alimenti OGM, la candidata democratica ha affermato che “esiste il diritto di sapere”.
Trump
Donald Trump non si è espresso sull’ingegneria genetica, sia essa concernente esseri umani, animali o piante. La piattaforma del Partito Repubblicano, su OGM e etichettatura, afferma: “Ci opponiamo all’etichettatura obbligatoria degli alimenti geneticamente modificati, che hanno dimostrato di essere dei salvavita, letteralmente, per milioni di persone nei paesi in via di sviluppo”.
Cambiamenti climatici
Clinton
“Credo nella scienza. Credo che il cambiamento climatico sia reale e che siamo in grado di salvare il nostro Pianeta e, contemporaneamente, creare milioni di posti di lavoro – ben retribuiti – nel campo delle energie pulite”, ha detto la Clinton durante il suo discorso di accettazione alla Convention nazionale democratica a Philadelphia. L’accordo di Parigi è stato da lei definito “passo in avanti storico”.
Il suo obiettivo è ridurre le emissioni di gas serra nel 2025 fino al 30 per cento (rispetto ai livelli del 2005) e, infine, arrivare all’80 per cento entro il 2050. Per raggiungere questi obiettivi ambiziosi, la Clinton investirebbe nelle energie rinnovabili: tra i vari progetti, la creazione di una Clean Energy Challenge da 60 miliardi di dollari per la promozione del taglio dell’inquinamento da carbonio e l’espansione delle energie pulite. Entro 10 anni dal suo insediamento, la candidate democratica spera che negli Stati Uniti ci siano sufficienti energie rinnovabili da alimentare ogni casa e così ridurre il consumo di petrolio di un terzo.
Trump
Ha più volte ripetuto che secondo lui i cambiamenti climatici indotti dall’uomo sono una bufala e che ogni sforzo per combatterli è inutilmente gravoso per l’economia. E’ inoltre critico verso l’accordo di Parigi “che permette a burocrati stranieri di controllare quello che facciamo sulla nostra terra, nel nostro Paese” ha detto il 26 maggio scorso a Bismarck, Dakota, “cancelleremo gli accordi climatici di Parigi e interromperemo i pagamenti previsti dal Programma delle Nazioni Unite contro il riscaldamento globale”.
Trump vorrebbe annullare molte iniziative sul clima messe in campo dall’amministrazione Obama, come il piano della Environmental Protection Agency che prevede il taglio delle emissioni delle centrali elettriche.
Salute
Clinton
“Sono impegnata ad aumentare il finanziamento per ricerca e sviluppo biomedico; prevedo di portare a 2 miliardi all’anno i fondi per la ricerca sull’Alzheimer. A detta di ricercatori, questo contributo li aiuterà a trovare un trattamento efficace per questa malattia e una cura entro il 2025″ ha dichiarato di recente la Clinton. Inoltre, la candidata democratica ha anche spinto per avere finanziamenti ulteriori alla lotta contro il virus Zika. Prevede inoltre di creare un Public Health Rapid Response Fund per rispondere rapidamente e in modo deciso alle gravi crisi in tema di salute pubblica e alle pandemie.
Trump
Trump ha detto poco sulle questioni riguardandi la ricerca biomedica ma durante un programma radiofonico, nel 2015, ha osservato: “Ho sentito tanto parlare dei National Institutes of Health, e sono terribili”. “Non possiamo semplicmeente buttare soldi in queste istituzioni e pensare che così, automaticamente, la nazione sarà servita bene. I nostri sforzi in sostegno delle iniziative di ricerca e salute pubblica devono essere bilanciati con le altre richieste di risorse preovenienti da altri settori” ha dichiarato il candidato repubblicano. Durante un incontro nel New Hampshire, sull’Alzheimer ha dichiarato: “E’ una priorità assoluta totale per me. Ho tanti amici le cui famiglie sono devastate dal morbo di Alzheimer” (il padre di Trump aveva l’Alzheimer).
Vaccini
Clinton
A febbraio 2015, la Clinton cinguettò dal suo profilo Twitter: “The science is clear: The earth is round, the sky is blue, and #vaccineswork. Let’s all protect our kids. #GrandmothersKnowBest”. La candidata democratica ha ribadito la sua posizione pro-vaccino altre volte, promettendo di “parlare ai genitori ed educarli all’utilità dei vaccini, concentrandosi sul fatto che è provato che salvino vite umane e sottolineando i pericoli della mancata vaccinazione dei nostri figli”. Nel 2008, però, la Clinton appariva incerta sul nesso tra vaccini e autismo; posizione che, comunque, sembra cambiata.
Trump
Trump non ha una posizione chiara. Sembra sia pro che contro. Per anni ha sostenuto l’idea che i vaccini causano autismo, come si deduce da un suo tweet del 2014: “Healthy young child goes to doctor, gets pumped with massive shot of many vaccines, doesn’t feel good and changes – AUTISM. Many such cases!”.
Ma Trump non vuole essere associato ai movimenti contrari ai vaccini. Sempre nel 2014 twittò: “Io non sono anti-vaccino, ma sono contro le dosi massicce nei bambini molto piccoli”. Il sito web della campagna di Trump non menziona vaccini o autismo, ma Trump ha rivelato che sta rallentando le vaccinazioni programmate per suo figlio più piccolo, Barron. Come presidente, tuttavia, ha promesso di sostenere le vaccinazioni: “Dobbiamo educare il pubblico sui valori di un ampio programma di vaccinazione”.