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28 Mar 2017

Guardare TV d’intrattenimento favorisce… il populismo?

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Una ricerca della Queen Mary University di Londra rivela che i programmi di intrattenimento di Mediaset hanno avuto un impatto politico, finendo per orientare gli elettori verso il populismo di Silvio Berlusconi e di politici simili a lui. 

Una ricerca della Queen Mary University di Londra rivela che i programmi di intrattenimento di Mediaset hanno avuto un impatto politico, finendo per orientare gli elettori verso il populismo di Silvio Berlusconi e di politici simili a lui.

La ricerca, significativamente, ha analizzato l’impatto politico della TV d’intrattenimento in Italia, nel corso di oltre trent’anni dall’introduzione del network commerciale Mediaset da parte di Silvio Berlusconi. I ricercatori hanno confrontato il comportamento delle persone che vivevano in regioni in cui erano visibili le reti Mediaset con quello di gente he viveva in luoghi in cui il network non era disponibile. Quelli che avevano accesso alle reti private di Berlusconi da prima del 1985 – quando i canali offrivano solo intrattenimento leggero – hanno votato mediamente l’1 per cento in più per il partito Forza Italia di Berlusconi, rispetto a quelle municipalità in cui l’esposizione è avvenuta successivamente.

 

Differenze cognitive

Andrea Tesei, tra i co-autori dello studio pubblicato sulla rivista School of Economics and Finance, ha dichiarato: “I nostri risultati suggeriscono che gli individui esposti alla TV di intrattenimento sin da bambini sono meno cognitivamente sofisticati e meno socio-politicamente impegnati da adulti e, in definitiva, sono più vulnerabili alla retorica populista di politici come Berlusconi”. I ricercatori hanno infatti scoperto che le persone esposte alla TV di intrattenimento sin da bambine erano cognitivamente svantaggiate in età successive: inoltre, questi soggetti avevano anche il 13 per cento in meno di probabilità di manifestare un interesse per la politica, e il 10 per cento in meno di probabilità di essere coinvolti in gruppi di volontari.

 

L’istruzione e l’anzianità

Le persone meno istruite, ossia che avevano abbandonato la scuola, e che erano state esposti alla TV di intrattenimento avevano inoltre votato il 3 per cento in più per Forza Italia rispetto alle loro controparti non esposte (cioè che hanno abbandonato la scuola nei comuni in cui Mediaset non era disponibile). I ricercatori hanno poi scoperto un effetto ancora più forte tra le persone con oltre 55 anni esposte a intrattenimento televisivo. Questo gruppo ha votato in media per Forza Italia fino al 10 per cento in più, rispetto agli elettori non esposti della stessa età. Lo studio ha trovato inoltre che le persone anziane esposte alla TV di intrattenimento nel corso del 1980 avevano il 16 per cento più probabilità in più di guardare le notizie sulle reti Mediaset.

 

Il populismo di altri movimenti

L’esposizione alla TV di intrattenimento non solo aumentava il sostegno per Berlusconi ma anche quello per altri soggetti con caratteristiche populiste. Infatti, l’accesso anticipato a Mediaset sembra anche essere associato con un maggiore supporto per il Movimento5Stelle, sceso in campo nel nel 2013. Questi risultati suggeriscono che Mediaset ha influenzato gli atteggiamenti politici e il comportamento di voto ben oltre il partito che si riferisce al suo proprietario. In particolare, i risultati suggeriscono una relazione tra l’esposizione alla TV di intrattenimento leggero e la preferenza per partiti e dirigenti populisti. “I nostri risultati suggeriscono che i contenuti di intrattenimento leggero sono in grado di influenzare gli atteggiamenti politici, creando un terreno fertile per la diffusione di messaggi populisti. Questo è il primo importante studio che analizza l’effetto politico dell’esposizione degli elettori ad una ‘dieta’ di intrattenimento leggero. I risultati sono molto attuali, come dimostra la presidenza degli Stati Uniti di Donald Trump” conclude Tesei.

REDAZIONE
La Redazione del sito saperescienza.it è curata da Micaela Ranieri dal 2019, in precedenza hanno collaborato Stefano Pisani e Alessia Colaianni.
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