L’avventura aveva avuto inizio presso la base di Cape Canaveral, nel lontano 1997, dove la sonda Cassini e il lander Huygens partirono a bordo del vettore Titan IV-B/Centaur alla volta di uno dei giganti del nostro Sistema solare: Saturno. Una missione robotica realizzata in collaborazione tra NASA, ESA (Agenzia Spaziale Europea) e ASI (Agenzia Spaziale Italiana) ma anche un viaggio ricco di immagini, dati ed entusiasmanti scoperte che è giunto al capolinea lo scorso settembre, con un emozionante “gran finale”.
L’avventura aveva avuto inizio presso la base di Cape Canaveral, nel lontano 1997, dove la sonda Cassini e il lander Huygens partirono a bordo del vettore Titan IV-B/Centaur alla volta di uno dei giganti del nostro Sistema solare: Saturno. Una missione robotica realizzata in collaborazione tra NASA, ESA (Agenzia Spaziale Europea) e ASI (Agenzia Spaziale Italiana) ma anche un viaggio ricco di immagini, dati ed entusiasmanti scoperte che è giunto al capolinea lo scorso settembre, con un emozionante “gran finale”.
Tredici
Tredici sono gli anni trascorsi nell’orbita di Saturno: nel 2004, dopo sette anni di navigazione assistita – ossia di spinte gravitazionali planetarie per arrivare a destinazione – Cassini ha potuto accendere il proprio motore e iniziare la missione dedicata allo studio del sesto pianeta del Sistema solare, dei suoi celebri anelli, dei suoi satelliti e del suo campo magnetico. Ci ha anche mostrato i mari e i laghi di metano liquido sulla luna Titano e i geyser e l’oceano nascosto da una coltre ghiacciata di Encelado.
Il compagno Huygens
Come già accennato Cassini non era solo, trasportava con sé la sonda Huygens dell’ESA che, nel 2005, raggiunse la superficie di Titano. Le batterie di cui era dotata durarono 72 minuti, poco più di un’ora che permise agli scienziati di ricevere le immagini della superficie del satellite, i valori dell’intensità della luce solare riflessa in funzione della lunghezza d’onda, le proprietà fisiche, elettriche e chimiche dell’atmosfera e la velocità del vento durante la discesa del lander. Huygens è anche il detentore di un primato: è stato il primo mezzo ad atterrare su un oggetto celeste del Sistema solare esterno.
The end
Una fine da eroe è stata quella di Cassini: una volta che il carburante si fosse esaurito, avrebbe rischiato di scontrarsi proprio con le lune di Saturno, probabilmente contaminandole. Si è, quindi, deciso di deviare il suo percorso, destinandolo alla disintegrazione nell’atmosfera del “signore degli anelli”. Anche gli ultimi istanti sono stati forieri di altre utili informazioni: nella sua discesa, Cassini ha inviato misure del campo magnetico, ha potuto attuare l’analisi diretta della composizione dell’atmosfera e della ionosfera. Forse riceveremo anche altre misurazioni inaspettate dai numerosi strumenti che ha portato con sé in questa avventura durata vent’anni.
Potrete trovare altre informazioni sulla fine della missione Cassini tra le News di Sapere di dicembre.
Image Credit: NASA/JPL-Caltech
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