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07 Lug 2014

L’età di una stella svelata dai suoi “suoni”

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Un gruppo di scienziati belgi ha scoperto che l’età delle stelle che si trovano ancora in un’età “infantile” può essere determinata sulla base delle onde acustiche che emettono.

Determinare l’età di una stella è da sempre una grande sfida per gli astronomi: in un nuovo studio pubblicato sulla rivista Science, i ricercatori della belga Katholieke Universiteit Leuven hanno mostrato che è possibile distinguere le stelle “infantili” da quelle “adolescenti” misurando le emissioni di onde acustiche.

 

Le stelle nascono spesso in cluster, come risultato della contrazione di nubi molecolari di particelle di gas e polveri. Man mano che una stella si evolve, dallo stato “bambino” a quello di “adolescente”, l’attrazione gravitazionale provoca la contrazione, le sue dimensioni diventano più piccole e la temperatura aumenta fino a quando non è sufficiente per avviare la combustione nucleare dell’idrogeno. A questo punto, la stella si stabilizza ed entra nella fase “adulta”.
Determinare l’età di un giovane stella è tutt’altro che semplice: gli scienziati hanno però ideato un modo per stabilire l’età di una stella misurando, tramite una tecnologia a ultrasuoni, le vibrazioni acustiche che produce (tali vibrazioni sono onde sonore generate dalla pressione di radiazione all’interno delle stelle).

 

Konstanze Zwintz e colleghi hanno studiato le vibrazioni di 34 stelle di età inferiore a 10 milioni di anni e dimensioni comprese tra uno e quattro volte la massa del nostro Sole. “I nostri dati mostrano che le stelle più giovani vibrano più lentamente, mentre le stelle più vicine all’età adulta vibrano più velocemente. Inoltre, la massa di una stella ha un impatto importante sul suo sviluppo: le stelle con una massa più piccola si evolvono più lentamente di quelle pesanti, che crescono più velocemente” spiega Zwintz.

 

I fisici teorici hanno postulato da tempo che le stelle giovani vibrano in modo diverso da quelle più vecchie, ma questo studio è il primo a confermare questa ipotesi utilizzando i dati concreti provenienti dallo spazio. “Ora abbiamo un modello che misura più precisamente l’età delle giovani stelle” aggiunge Zwintz “e ora siamo anche in grado di suddividere le giovani stelle in base alle loro diverse fasi di vita”. I ricercatori hanno studiato la nebulosa conosciuta comunemente come la Nebulosa Cono (in foto): i dati sono stati ottenuti dal satellite canadese MOST, da quello europeo CoRoT e da osservatori a terra come lo European Southern Observatory (ESO) in Cile.

REDAZIONE
La Redazione del sito saperescienza.it è curata da Micaela Ranieri dal 2019, in precedenza hanno collaborato Stefano Pisani e Alessia Colaianni.
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