L’esperimento AMS della NASA avrebbe catturato per la prima volta atomi di antielio-3 nello spazio, una forma di antimateria che potrebbe fornire indizi sulla natura della sfuggente materia oscura…
L’esperimento AMS della NASA avrebbe catturato per la prima volta atomi di antielio-3 nello spazio, una forma di antimateria che potrebbe fornire indizi sulla natura della sfuggente materia oscura…
Circa vent’anni fa, il premio Nobel Sam Ting riuscì a convincere della necessità di costruire l’Alpha Magnetic Spectrometer (AMS) e, nel 2011, la NASA ha lanciato questo gigantesco magnete da 8,5 tonnellate (e 15 miliardi di dollari) e lo ha portato sulla Stazione Spaziale Internazionale. “AM”, inizialmente, stava in realtà per “antimateria“ e, oggi, sembra proprio che l’AMS sia riuscito a realizzare il suo obiettivo originario.
Finora, infatti, AMS ha misurato cariche elettriche e masse di circa 90 miliardi di particelle che sono passate attraverso la calotta del suo magnete. In generale, si trtta di nuclei di elio e protoni, elettroni e nuclei di carbonio, ossigeno e ferro. Ora, però, sembra che sia riuscito anche a catturae le prime particelle di antimateria cosmica: le controparti di antiprotoni e di elettroni.
Trovato antielio?
La notizia principale, in particolare, si riferisce al presunto ritrovamento di antielio-3, composto da due antiprotoni e un antineutrone. Nei laboratori della Terra, i fisici sono riusciti ad ottenere antielio per qualche istante ma nessuno lo aveva mai individuato nello spazio. “È una notizia shockante”, ha commentato il fisico Michael Salamon, responsabile del progetto AMS presso il Dipartimento di Energia (DOE) di Washington, D.C. Per ora, comunque, Ting e il suo gruppo stanno facendo ulteriori verifiche per assicurarsi che il segnale ricavato sia genuino: la conferma di questi dati potrebbe indicare l’esistenza di isole di antimateria che sono sopravvissute al Big Bang, o aprire la porta a interazioni di particelle che vanno oltre il Modello Standard della fisica.
Antimateria e materia oscura
Secondo Ting, queste particelle potrebbero essere indizi di quella misteriosa “materia oscura” che influenza la gravità delle galassie (anche se, secondo molti astrofisici, potrebbero essere il prodotto di eventi galattici particolari). A metà degli anni 2000, un satellite europeo ha individuato un “eccesso di positroni”: il fatto che ci siano più positroni del previsto intorno alla galassia è stato poi confermato dall’AMS e, secondo Ting, la migliore spiegazione per i positroni extra è l’esistenza di una particella di materia oscura con una massa di 1 teraelectronvolt.
[Immagine: credit NASA]