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11 Mar 2016

ExoMars: i sei strumenti italiani alla conquista di Marte

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Il 14 marzo dal cosmodromo di Bajkonur, in Kazakistan, partirà la prima fase della missione ExoMars dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e di quella russa Roscosmos. L’Italia è in prima linea con la sua tecnologia.

Il 14 marzo dal cosmodromo di Bajkonur, in Kazakistan, partirà la prima fase della missione ExoMars dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) e di quella russa Roscosmos. L’Italia è in prima linea con la sua tecnologia. La missione, che è costata 1,3 miliardi di euro, si articolerà in due fasi: nella prima, che inizierà appunto lunedì, verrà lanciato un veicolo che resterà nell’atmosfera di Marte per sette anni a raccogliere dati e una seconda che prevede, dal 2018, un rover (“ExoMArs”, appunto) che perforerà la superficie del pianeta in cerca di tracce di vita. Il made in Italy è ben rappresentato, con il nostro Paese che è il più grande contributore europeo al programma.

 

 

 

 

 

 

Il modulo di discesa Schiaparelli

Chiamato così in onore dell’astronomo italiano Giovanni Schiaparelli a cui si deve una mappa della superficie di Marte nel XIX secolo. Il modulo (che tecnicamente è un lander Edm (Entry, Descent and Landing Demonstrator Module)) di entrata, discesa e atterraggio entrerà nell’atmosfera marziana a 21 mila chilometri all’ora orari e userà paracaduti e razzi per frenare fino a meno di 15 chilometri all’ora prima di atterrare meno di otto minuti più tardi.

 

Il trapano che perforerà il suolo di Marte
Si tratta di una trivella realizzata dalla Selex ES e testata dall’azienda del gruppo Finmeccanica in un laboratorio speciale alle porte di Nerviano, in Lombardia. In questa struttura, è stato ricreato un “pezzo” di Marte, un campione di terreno che riproduce le stratificazioni della superficie marziana e su cui è stata sperimentata la trivellazione. E’ montato sul rover che partirà nel 2018 e che è sviluppato da Thales AS.

 

DREAMS (Dust characterization, Risk assessment and Environment Analyser on the Martian Surface)
Che tempo fa su Marte? Questo strumento, che si troverà a bordo del modulo Schiaparelli e la cui realizzazione è opera dell’Agenzia Spaziale Italiana, permetterà di misurare parametri meteorologici (pressione, umidità, temperatura, velocità e direzione del vento, radiazione solare) del Pianeta Rosso e del campo elettrico in prossimità della superficie di Marte. In particolare, è la prima volta che si indagheranno i campi elettrici sulla superficie marziana, che potrebbero nuocere agli strumenti umani o allo stesso uomo. Il responsabile scientifico di questo strumento è Francesca Esposito dell’ INAF – Osservatorio Astronomico di Capodimonte, Napoli. 

 

AMELIA (Atmospheric Mars Entry and Landing Investigation and Analysis)
Strumento che avrà lo scopo di creare un modello dell’atmosfera marziana sfruttando i dati raccolti dai sensori durante la discesa del lander Schiaparelli. Il responsabile scientifico di questo strumento sarà Francesca Ferri dell’Università di Padova.

 

MA_MISS (Mars Multispectral Imager for Subsurface Studies) 

Qusto strumento ci racconterà la storia geologica di Marte e ci dirà se c’è la vita sottoterra. E’ uno spettrometro inserito all’interno della trivella che analizzerà l’evoluzione geologica e biologica del sottosuolo marziano. La responsabile principale è Maria Cristina de Sanctis, dell’INAF/IAPS, Roma, Divisione Sistemi Avionici e Spaziali di Finmeccanica).

 

INRRI (INstrument for landing-Roving laser Retroreflector Investigations)
Microriflettore laser dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN). Anche questo è montato sul modulo Schiaparelli. E’ il primo di una futura rete di “punti di riferimento” che saranno lasciati su Marte per questioni legate alla geodesia del Pianeta e per testare la Relatività Generale.

 

 

[Immagine in evidenza: credit ESA]

REDAZIONE
La Redazione del sito saperescienza.it è curata da Micaela Ranieri dal 2019, in precedenza hanno collaborato Stefano Pisani e Alessia Colaianni.
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