Il viaggio nel tempo? Potrebbe essere possibile solo in una direzione, quella del futuro. Così sembra dimostrare uno studio che indaga un particolare fenomeno di fisica quantistica.
Nel 1986 Roy Glauber elaborò un modello matematico secondo cui i decadimenti degli oscillatori inversi quantistici possono avvenire solo a determinate velocità. Si tratta di una teoria della meccanica quantistica che, per essere verificata, implicava che questo tipo di particolari trasformazioni fossero irreversibili: la particella, una volta decaduta, non poteva più riformarsi. Uno scenario di questo genere comportava che non fosse possibile tornare indietro nel tempo. La teoria non era mai stata provata sperimentalmente, finora.
Un gruppo di scienziati guidati da Claudio Conti, direttore dell’Istituto dei sistemi complessi del Consiglio nazionale delle ricerche (Isc-Cnr), e che comprendeva studiosi del Dipartimento di fisica della Sapienza e dell’Università dell’Aquila ha infatti dimostrato empiricamente questa teoria e, quindi, che non è possibile viaggiare indietro nel tempo. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Scientific Reports. “Nessuno prima d’ora aveva mai testato empiricamente questa teoria. Per simulare un oscillatore di Glauber, abbiamo fatto passare un raggio luminoso attraverso un liquido fototermico. Il liquido assorbe la luce e la defocalizza rendendola simile a un oscillatore quantistico invertito e rende più facile individuare la quantizzazione dei decadimenti. Avendo ottenuto questa prova sperimentale, possiamo affermare che la teoria è verificata, anche per quanto riguarda la freccia del tempo” ha spiegato Conti. La ricerca ha dimostrato quindi che la freccia del tempo punta solo in una direzione e che, semmai fosse possibile diventare crononauti, potremmo solo andare nel futuro.
In realtà, però, forse non tutto è perduto. Secondo alcuni, infatti, questa ricerca dimostra solo l’impossibilità di invertire il tempo, non di viaggiare a ritroso nel tempo (un concetto differente). “L’esperimento riguarda la (im)possibilità di invertire la freccia del tempo termodinamica, mentre i viaggi nel tempo relativistici non richiedono l’inversione della freccia termodinamica. Essi invece richiedono che il tempo proprio del cronoviaggiatore venga violentemente deviato rispetto al tempo proprio di un altro sistema (per esempio il mondo esterno alla macchina del tempo), grazie alla particolare traiettoria nello spaziotempo curvo seguita dalla macchina del tempo. Non bisogna invertire la freccia del tempo di nessun sistema: sia quella interna alla macchina del tempo che quella del mondo esterno continuano a essere orientate nella stessa direzione che avevano inizialmente, ma è l’orientazione relativa tra le due frecce che diventa opposta per un certo periodo. Quindi, in situazioni molto particolari, una particolare traiettoria nello spazio seguita dalla macchina del tempo permette di viaggiare a ritroso rispetto al tempo esterno” ha spiegato infatti Lorenzo Maccone, esperto di teletrasporto e CTC (Closed timelike curve) dell’Università di Pavia.