Ci si gira intorno ma, quando si parla dell’inizio della vita sulla Terra, si finisce (quasi) sempre per citarli. I meteoriti, secondo un nuovo studio, potrebbero essere responsabili della vita sul nostro Pianeta: sarebbe stato proprio il loro impatto, le condizioni create dalle collisioni, a innescare la prima scintilla di vita sulla Terra.
Ci si gira intorno ma, quando si parla dell’inizio della vita sulla Terra, si finisce (quasi) sempre per citarli. I meteoriti, secondo un nuovo studio, potrebbero essere responsabili della vita sul nostro Pianeta: sarebbe stato proprio il loro impatto, le condizioni create dalle collisioni, a innescare la prima scintilla di vita sulla Terra. Questa è una importante novità rispetto alle teorie formulate finora che coinvolgono i meteoriti, e che però sottolineano il fatto che una classe di questi corpi celesti contenga già delle basi azotate, come adenina e guanina. Si ritiene che composti organici come adenina, guanina, citosina e uracile, che si trovano nell’Rna, abbiano costituito la prima molecola in grado di codificare informazioni genetiche. Nel nuovo studio, pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, Svatopluk Civi dell’Istituto di Chimica Fisica “J. Heyrovsky” di Praga e il suo team hanno ricreato in laboratorio, mediante un laser ultrapotente, le condizioni di temperatura e di pressione tipiche di un impatto meteoritico. Una simulazione che è stata applicata a una miscela di formammide e argilla: la formammide, abbondante nella Terra degli albori, è considerata una prolifica sorgente di componenti genetiche.
Un bombardamento meteoritico… in laboratorio
Tramite impulsi laser, gli scienziati hanno ottenuto temperature superiori a 4200 gradi centigradi e una cascata di radiazioni comprese tra la lunghezza d’onda dell’ultravioletto e i raggi X, condizioni tipiche di un impatto. E, per la prima volta in un esperimento di laboratorio, si è assistito alla produzione di tutte e quattro le basi azotate dell’Rna. Questo, suggeriscono i ricercatori, potrebbe significare che il bombardamento subìto dal nostro Pianeta 4 miliardi di anni fa, che durò circa 150 milioni di anni, potrebbe aver effettivamente creato le materie prime necessarie allo sviluppo della vita.