La Luna potrebbe essere il risultato di un processo molto più violento (avvenuto circa 4 miliardi e mezzo di anni fa) di quello ipotizzato finora.
La Luna potrebbe essere il risultato di un processo molto più violento (avvenuto circa 4 miliardi e mezzo di anni fa) di quello ipotizzato finora.
Fino a poco tempo fa, l’ipotesi più accreditata sulla formazione della Luna suggeriva una collisione tra un oggetto all’incirca delle dimensioni di Marte (a volte chiamato Theia) e una Terra in via di definizione, in un periodo compreso tra 20 e 100 milioni di anni dopo la formazione del Sistema Solare. L’impatto avrebbe causato la fusione del del nucleo e della maggior parte del mantello di Theia con nucleo e mantello terrestri. Polveri e detriti espulsi sarebbero poi entrati nell’orbita terrestre, formando nel tempo un piccolo disco di accrescimento da cui è nata la Luna.
Per quasi cinquant’anni, quasi tutti gli scienziati hanno concordato che questo processo, per quanto violento, abbia comportato un basso impatto energetico sulla superficie della Terra. Questa ipotesi, nota come impatto gigante, è servita a spiegare molte altre cose come, per esempio, le grandi dimensioni della Luna rispetto alla Terra e i loro tassi di rotazione reciproca.
L’unico significativo problema con questa ipotesi era che gran parte del materiale che costituisce la Luna avrebbe dovuto essere di natura diversa da quella delle rocce terrestri (provenendo da Theia) ma le analisi chimiche su campioni riportati dalle missioni Apollo nel 1970 hanno invece indicato che la Terra e le rocce lunari avevano una composizione praticamente identica (ed era estremamente improbabile che la Terra e Theia avessero la stessa composizione chimica).
Ora, un’analisi di quei vecchi campioni condotta con tecniche moderne da parte di un gruppo di ricercatori della Washington University ha permesso di arrivare a conclusioni diverse rispetto a questo scenario. “Siamo stati in grado di misurare differenze molto più piccole tra rocce della Terra e rocce della Luna e abbiamo trovato molte cose che non trovammo nel 1970. I vecchi modelli, semplicemente, non riuscivano a spiegare le nuove osservazioni a cui siamo giunti oggi” spiega Kun Wang, tra gli autori della ricerca pubblicata su Nature.
Le nuove analisi, tuttavia, hanno suggerito con ancora più forza un’origine delle rocce lunari strettamente legata alla Terra. Un elemento di novità, però, riguarda l’impatto che avrebbe dato origine alla Luna. La presenza di un isotopo pesante del potassio nei campioni lunari suggerisce infatti temperature incredibilmente calde e, quindi, una collisione molto più violenta di quanto si pensasse finora. “La collisione che ha formato la Luna non era a basso consumo energetico: l’impatto è stato violentissimo e ha polverizzato la maggior parte della Terra, che è stata letteralmente vaporizzata. In questo scenario, la Terra e l’oggetto che si è scontrato con essa si sono mescolati in una gigantesca atmosfera densa. Questa atmosfera si è poi raffreddata condensandosi nel nostro pianeta e nel suo satellite” conclude Wang.