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26 Apr 2017

La materia oscura esiste: lo dice il computer

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Un gruppo di cosmologi dell’Università di Durham, Regno Unito, è riuscito a produrre ulteriori prove dell’esistenza della materia oscura, la misteriosa sostanza che si crede tenga insieme l’Universo.

Un gruppo di cosmologi dell’Università di Durham, Regno Unito, è riuscito a produrre ulteriori prove dell’esistenza della materia oscura, la misteriosa sostanza che si crede tenga insieme l’Universo.
Il team di ricerca ha utilizzato sofisticati modelli computazionali per simulare la formazione delle galassie in presenza di materia oscura e ha ottenuto, alla fine, una velocità di rotazione e dimensioni che sono risultate legate alla loro luminosità in modo simile a quelle che risultano dalle osservazioni fatte dagli astronomi sulle galassie reali. Lo studio del gruppo di Aaron Ludlow è stato pubblicato sulla rivista Physical Review Letters.

 

I supercomputer al servizio della materia oscura

Gli scienziati ha utilizzato supercomputer potenti per creare dei modelli di formazione di galassie di varie dimensioni, comprimendo miliardi di anni di evoluzione in poche settimane per dimostrare che l’esistenza della materia oscura è coerente con il rapporto osservato tra massa, dimensione e luminosità delle galassie.

“Questo studio risolve un problema di lunga data che ha turbato il modello della materia oscura per oltre un decennio. L’ipotesi della materia oscura rimane la spiegazione principale per la fonte della gravità che lega le galassie. Anche se le particelle sono difficili da individuare, i fisici devono continuare a cercarle” ha dichiarato Ludlow.

La maggior parte dei cosmologi ritiene che oltre l’80 per cento della massa totale dell’Universo sia costituita da materia oscura, una particella misteriosa che finora non è stata rilevata ma che è in grado di spiegare molte proprietà dell’Universo come la radiazione cosmica di fondo misurata dal satellite Planck.

 

Materia oscura e scetticismo

Finora, i quadri teorici che hanno tentato di spiegare i misteri della materia oscura sono arrivati a predire un rapporto molto più complesso tra dimensione, massa e luminosità delle galassie rispetto a quanto effettivamente osservato; questo aspetto ha portato gli scettici dell’esistenza della materia oscura a proporre teorie alternative che apparentemente si adattavano meglio alle osservazioni sperimentali. Teorie alternative che includono la teoria MOND (Modified Newtonian Dynamics). Questo scenario non è convincente come la teoria della materia oscura, ma finora ha fornito una descrizione più semplice sul legame tra velocità di rotazione e luminosità osservato in galassie di tutte le forme e dimensioni.

 

REDAZIONE
La Redazione del sito saperescienza.it è curata da Micaela Ranieri dal 2019, in precedenza hanno collaborato Stefano Pisani e Alessia Colaianni.
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