Le galassie morte possono essere risvegliate, anche se brevemente, grazie alle onde di energia che si sprigionano dalle collisioni delle altre galassie, che agiscono come una sorta di defibrillatore.
Le galassie morte possono essere risvegliate, anche se brevemente, grazie alle onde di energia che si sprigionano dalle collisioni delle altre galassie. E’ quello che hanno osservato, per la prima volta, alcuni scienziati guidati da Andra Stroe dell’Osservatorio astronomico di Leiden, Paesi Bassi. Gli studiosi, a quanto si legge sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, hanno usato i telescopi Newton e Herschel sull’isola di La Palma (Canarie), quello CFHT e il telescopio Keck delle Hawaii per guardare gli effetti dell’onda d’urta creata da una collisione nel cluster stellare CIZA J2242.8+5301.
Lo scontro tra due galassie in questo ammasso, che si trova a 2,3 miliardi di anni luce dalla Terra, ha provocato il rilascio di enormi quantità di energia che ha investito galassie precedentemente morte e in decomposizione. Per un effetto valanga, in queste ultime si sono cominciate a formare nubi molto dense di gas freddi, che sono vitali per la nascita di nuove stelle. Purtroppo, dato il notevole invecchiamento di queste galassie, il risultato è stato però solo la nascita di stelle luminose bruciavano velocemente e dopo poco sono morte, generando supernove che hanno espulso quel poco di materiale di formazione stellare che ancora restava nella galassia.