Le lune di Marte, Phobos e Deimos, potrebbero essere le uniche sopravvissute di un gigantesco impatto che ha creato molti satelliti naturali del Pianeta Rosso e che però hanno avuto vita breve.
Le lune di Marte, Phobos e Deimos, potrebbero essere le uniche sopravvissute di un gigantesco impatto che ha creato molti satelliti naturali del Pianeta Rosso che però hanno avuto vita breve. Phobos e Deimos sono entrambe piccole lune e, per le loro dimensioni e forma, ricordano più gli asteroidi. Per questo, gli scienziati avevano ipotizzato che si trattasse proprio di asteroidi catturateidall’attrazione gravitazionale di Marte. Se così fosse stato, però, i due satelliti avrebbero dovuto avere orbite più irregolari.
Centinaia di simulazioni condotte dai ricercatori dell’Observatoire Royal de Belgique, dell’Università di Parigi Diderot e dell’Università di Rennes, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature Geoscience, hanno mostrato che le due lune di Marte sarebbero ciò che resta di un gruppo di satelliti originati da un impatto del Pianeta con un altro corpo celeste con un diametro di circa 2000 chilometri. Uno dei segni di questa collisione sarebbe il bassopiano Vastitas Borealis, che si estende per circa due quinti della superficie del pianeta.
Pascal Rosenblatt e colleghi hanno sviluppato circa 300 simulazioni scoprendo che nella maggior parte dei casi i detriti prodotti avrebbero portato alla formazione di una sola luna per aggregazione progressiva. Tuttavia, variando le condizioni iniziali si trova un numero ristretto di simulazioni che portano poi, nel tempo, all’assetto orbitale attuale: in queste simulazioni si assiste alla formazione di tante lune, con quelle più piccole che successivamente si disgregano e i cui resti precipitano sul Pianeta. Sarà questa, probabilmente, la sorte di Phobos tra circa 20-40 milioni di anni: frantumarsi e cadere sul Pianeta Rosso, dato che attualmente la sua orbita si restringe ogni anno di due centimetri.
[Immagine: credit NASA]