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25 Set 2015

Onde gravitazionali: ancora un buco nell’acqua

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Arriva una notizia negativa sul fronte della caccia alle onde gravitazionali, l’ultimo tassello non ancora dimostrato della Teoria della Relatività Generale di Einstein: l’esperimento del telescopio Parkes del CSIRO, durato undici anni, non ha trovato alcuna traccia di onde gravitazionali.

Arriva una notizia negativa sul fronte della caccia alle onde gravitazionali, l’ultimo tassello non ancora dimostrato della Teoria della Relatività Generale di Albert Einstein: l’esperimento del telescopio Parkes del CSIRO, durato undici anni, non ha trovato alcuna traccia di onde gravitazionali.
Le galassie dell’Universo crescono attraverso la reciproca fusione. Si ritiene che ogni grande galassia abbia un buco nero supermassiccio al suo centro: quando due galassie si fondono, i buchi neri formano una coppia orbitante. A questo punto, la teoria di Einstein predice che questo sistema binario entri in una spirale che produce delle increspature nello spazio-tempo, che viaggiano sotto forma di onde gravitazionali. Una conferma indiretta dell’emissione di onde gravitazionali è arrivata finora dall’osservazione di un sistema binario di stelle di neutroni, ed è valsa il Nobel in Fisica nel 1993 a Russel Hulse e Joseph Taylor. Finora, però, non è stata ancora trovata una prova diretta.

 

Gli astronomi del Parkes, come si legge sulla rivista Science, hanno cercato tracce di queste onde per undici anni. In particolare, per individuare il rumore delle onde gravitazionali generate dalle galassie che si fondono, gli scienziati hanno studiato le emissioni di una serie di pulsar millisecondi, che sono piccole stelle che producono impulsi radio molto regolari. I ricercatori hanno registrato i tempi di arrivo di questi segnali sulla Terra, con una precisione di dieci miliardesimi di secondo, con la speranza di notare delle alterazioni dovute all’interferenza di onde gravitazionali di passaggio tra la pulsar e il nostro Pianeta. Purtroppo, però, in undici anni di osservazioni non è stata notata nessuna alterazione.

 

Ma gli scienziati non si arrendono. Alcuni, infatti, sostengono che non sia stato trovato niente perché, forse, i buchi neri si fondono troppo velocemente e non riescono a produrre onde gravitazionali. Altri ancora ritengono che forse si debba andare alla ricerca di onde gravitazionali a frequenze maggiori, come quelle generate dalla coalescenza di stelle di neutroni – cosa che stanno facendo i rilevatori di terra come l’esperimento Advanced LIGO (Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory) che ha iniziato la sua osservazione dell’Universo la settimana scorsa.

 

 

[Immagine: credit CSIRO]

REDAZIONE
La Redazione del sito saperescienza.it è curata da Micaela Ranieri dal 2019, in precedenza hanno collaborato Stefano Pisani e Alessia Colaianni.
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