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12 Gen 2016

Onde gravitazionali: ci (ri)siamo?

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La Teoria della Relatività Generale ci ha già convinto tutti eppure manca un solo tassello sperimentale alla completa conferma della sua validità: la scoperta delle onde gravitazionali. Ora, circolano voci sempre più insistenti che qualcuno, in America, le abbia trovate.

La Teoria della Relatività Generale ci ha già convinto tutti eppure manca un solo tassello sperimentale alla completa conferma della sua validità: la scoperta delle onde gravitazionali. Ora, circolano voci sempre più insistenti che qualcuno, in America, le abbia trovate.

La caccia alle onde gravitazionali, sorta di sacro Graal della cosmologia che assicurerebbe al 99 per cento al suo scopritore il Nobel in fisica, ha vissuto ultimamente alti e bassi. Gli annunci dell’individuazione di queste leggerissime increspature dello spazio-tempo prodotte da una massa in movimento (previste da Albert Einstein nel 1916) hanno curiosamente seguito anch’essi un movimento sinusoidale, tra esultanze e smentite. Due giorni fa, è arrivato un tweet – che definire entusiastico è poco – da Lawrence M. Kraus, un fisico teorico dell’Università dell’Arizona: “My earlier rumor about LIGO has been confirmed by independent sources. Stay tuned! Gravitational waves may have been discovered!! Exciting”.

Il tweet ha fatto rapidamente il giro del mondo, nonostante riguardi effetti prodotti da corpi massicci che accelerano attraverso lo spazio, come coppie di stelle di neutroni che ruotano l’una intorno all’altra oppure buchi neri che si fondono l’uno nell’altro.

Sì, perché le onde gravitazionali potrebbero arrivare a chiarire cosa sia successo nei primissimi istanti dell’Universo – a partire dalla questione se ci sia stato o meno un istante iniziale. E Kraus, col suo festoso tweet, ha puntato tutto su LIGO (Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory) l’interferometro americano che ha cercato segnali delle onde gravitazionali dal 2002 al 2010 e che, attualmente, è stato aggiornato all’Advanced LIGO, il suo successore più sensibile che ha iniziato la presa dati il 18 settembre scorso.

Appena una settimana più tardi, Kraus aveva già twittato che era stato raccolto un segnale e ora torna sui rumors che aveva cominciato a diffondere. C’è da crederci? Finora, in ogni caso, non ci sono state nette smentite. Gabriela Gonzalez, della Louisiana State University e portavoce del team LIGO, ha dichiarato che “ci vuol tempo per analizzare, interpretare e rivedere i risultati. Arriveranno notizie più precise nei prossimi mesi”. Aspettiamo.

 

[Immagine: credit LIGO collaboration]

REDAZIONE
La Redazione del sito saperescienza.it è curata da Micaela Ranieri dal 2019, in precedenza hanno collaborato Stefano Pisani e Alessia Colaianni.
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