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18 Ott 2017

Osservato l’oggetto della Via Lattea più distante da noi

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Un gruppo di astronomi del National Radio Astronomy Observatory (NRAO) ha osservato un oggetto luminoso agli antipodi della Via Lattea: si tratta del corpo celeste della galassia più distante dalla Terra mai trovato finora.

Un gruppo di astronomi del Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics di Cambridge ha osservato un oggetto luminoso agli antipodi della Via Lattea: si tratta del corpo celeste della galassia più distante dalla Terra mai trovato finora. I ricercatori, come si legge sulla rivista Science, hanno usato un sistema di 10 telescopi del Very Long Baseline Array (VLBA), nel Nuovo Messico, e l’oggetto si trova in una regione della Via Lattea in cui è in corso la formazione di stelle.

 
Difficoltà di osservazione

Nonostante la Via Lattea si estenda “solo” per 100 mila anni luce, la posizione del Sistema Solare – che si trova circa a metà strada su uno dei bracci più massicci della spirale della galassia – fa sì che ci siano notevoli difficoltà quando si vanno a guardare gli oggetti galattici più lontani, con polveri, gas e stelle del disco della Via Lattea che oscurano la visione.

 

Record raddoppiato

I ricercatori, utilizzando una tecnica geometrica che offre i risultati più accurati in termini di misurazioni, quella della parallasse, sono riusciti a individuare una regione, chiamata G007.47+00.05, che si trova a 66 mila anni luce dalla Terra. Il precedente record di osservazione era di 36 mila anni luce.

L’oggetto luminoso individuato si trova oltre il centro della Via Lattea, che dista dal Sistema Solare circa 27 mila anni luce. “Questa misura equivale a osservare una pallina da baseball sulla superficie della Luna” spiega Alberto Sanna, dell’Istituto Max Planck di Radioastronomia di Bonn, il cui gruppo ha collaborato alla ricerca.

Il risultato ottenuto è stato agevolato dal fatto che nella regione osservata sono comuni le molecole di acqua e metano che funzionano da amplificatori naturali dei radiosegnali: tramite questo fenomeno, chiamato “effetto maser” vengono emanati radiosegnali più brillanti che hanno maggiori probabilità di essere catturati dai radiotelescopi.

 

[Immagine: credit Bill Saxton, NRAO/AUI/NSF; Robert Hurt, NASA]

REDAZIONE
La Redazione del sito saperescienza.it è curata da Micaela Ranieri dal 2019, in precedenza hanno collaborato Stefano Pisani e Alessia Colaianni.
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