Che fine ha fatto Philae, il lander della sonda Rosetta che ha toccato la cometa 67P/Churyumov–Gerasimenko circa tre mesi fa? La sonda madre non è ancora riuscita a vedere il lander sulla superficie della cometa e ora l’Esa comunica che non saranno intraprese spedizioni fuori programma alla sua ricerca.
Il lander Philae della sonda Rosetta, che lo scorso 12 novembre aveva toccato, tra l’entusiasmo generale, la cometa 67P/Churyumov–Gerasimenko, ha smesso di trasmettere i suoi dati sulla Terra dopo pochi giorni. Le immagini inviate dallo strumento CIVA a bordo del lander e le successive ricostruzioni hanno fatto pensare che Philae sia rimbalzato fino a una zona chiamata Abyds, diversa da Agilkia, sito del primo storico contatto. Tuttavia, gli scienziati sono in attesa di una conferma visiva, dopo il black-out di Philae, per capire l’esatta posizione in cui si troverebbe attualmente.
Ricerche finora infruttuose
Dopo l’entrata in ibernazione del lander, lo strumento OSIRIS a bordo di Rosetta ha effettuato una ricognizione alla ricerca di Philae ma, a quanto si legge nel blog Esa (Agenzia Spaziale Europea) dedicato alla missione, finora questa perlustrazione non ha dato esito positivo: la sua posizione esatta rimane un mistero.
Per circa un mese, gli scienziati si sono interrogati sull’opportunità di modificare i compiti di Rosetta, cambiando magari la sua traiettoria in modo da avvicinare di più la sonda alla cometa (fino a una distanza di soli 6 chilometri) per cercare meglio Philae. Di recente, però, l’Esa ha deciso che Rosetta continuerà a volare secondo i piani e non ci saranno deviazioni di percorso. “Se Rosetta viaggerà nelle vicinanze del potenziale luogo di attracco di Philae, e se ci sarà tempo, cattureremo immagini della zona e potremo trovare indizi sulla sua posizione” ha spiegato Matt Taylor, del progetto Rosetta dell’Esa. Secondo Fred Jansen, mission manager di Rosetta, prima dell’anno prossimo è comunque improbabile che si assisterà a nuove eventuali iniziative di ricerca del lander.
Una “caccia al lander” piuttosto rischiosa
Nonostante la comprensibile delusione, bisogna tener presente che il fuori programma, la ricerca di Philae, avrebbe comportato una modifica della traiettoria di Rosetta enormemente complessa e laboriosa e comunque “esiste una ragionevole probabilità che non arriveremmo nemmeno a cercare nel posto giusto e con la giusta illuminazione” ha aggiunto Jansen. Inoltre, potrebbe essere pericoloso per Rosetta avvicinarsi troppo alla cometa, a causa dei getti gassosi che fuoriescono dalla sua superficie.
Dove potrebbe essere Philae?
Sulla base delle immagini iniziali del lander e usando anche dati provenienti dallo strumento radio CONSERT, l’area di localizzazione di Philae è stata circoscritta a una striscia che misura circa 200 metri per 20: scattando immagini a 18 chilometri dalla superficie il lander avrebbe una grandezza di circa 3 pixel. Non tutto è perduto, tuttavia. Attualmente, Philae non riceve abbastanza energia solare per dare segni di vita ma, se sopravviverà al freddo, potrebbe riavviarsi alla fine di marzo, o più probabilmente a maggio o giugno, quando dovrebbe ricevere un’illuminazione diretta da parte del Sole.
[In foto: l’area di ricerca del lander. Credit: ESA/Rosetta/MPS for OSIRIS Team MPS/UPD/LAM/IAA/SSO/INTA/UPM/DASP/IDA]