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09 Feb 2017

Scoperta per la prima volta una nana bianca pulsar

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Gli astronomi della University of Warwick hanno individuato una pulsar nana bianca, la primo del suo genere.

Gli astronomi della University of Warwick hanno individuato una pulsar nana bianca, la prima del suo genere.

Le pulsar sono solitamente stelle di neutroni scoperte per la prima volta negli anni Sessanta: i sistemi binari che le ospitano sono caratterizzati da emissioni esplosive ritmiche di radiazione elettromagnetica. La pulsar nana bianca recentemente identificata è stata chiamata AR Scorpii, o AR Sco, e si trova nella costellazione dello Scorpione, a 380 anni luce dal nostro sistema solare. 

 

Un processo inedito

Quando rilevano pulsar, gli astronomi cercando di osservare il fascio emesso dalla stella di neutroni rotante. AR Sco si comporta invece in modo differente. Il fascio della nana bianca eccita la sua compagna più opaca, una nana rossa, facendo in modo che questa si illumini e affievolisca la sua luce improvvisamente per due volte ogni due minuti. Gli astronomi hanno mai assistito a un processo di questo genere. Le stelle di neutroni e le nane bianche sono simili. Si tratta in entrambi i casi di nuclei di stelle collassate, o resti stellari. Mentre però nella loro “giovinezza” le nane bianche erano modeste stelle simili al Sole, le stelle di neutroni erabno molto più massicce.

 

Sistema binario

Le dimensioni di AR Sco sono simili a quelle della Terra, anche se è un corpo celeste 200.000 volte più massiccio Il suo compagno è una stella che ha un terzo della massa del Sole. AR Sco, inoltre, orbita attorno alla sua compagna una volta ogni 3,6 ore e la distanza che le separa è di circa un milione e quattrocentomila chilometri.
Quando il fascio elettromagnetico della nana bianca AR Sco investe la nana rossa, gli elettroni nell’atmosfera della stella compagna sono accelerati quasi alla velocità della luce. Gli scienziati hanno descritto il sistema binario sulla rivista Nature Astronomy.

 

Una gigantesca dinamo

“I nuovi dati mostrano che la luce di AR Sco è altamente polarizzata, il che significa che il campo magnetico controlla le emissioni di tutto il sistema”, ha spiegato Tom Marsh, tra gli autori della ricerca.
“AR Sco è come una gigantesca dinamo: un magnete della dimensioni della Terra con un campo che è circa 10.000 volte più forte di qualsiasi campo siamo in grado di produrre in un laboratorio, ed è in rotazione ogni due minuti”, ha aggiunto il ricercatore Boris Gansicke. “In questo modo genera una enorme corrente elettrica nella stella compagna, che produce le variazioni luminose che rileviamo”.

 

[Immagine: credit Warwick University]

REDAZIONE
La Redazione del sito saperescienza.it è curata da Micaela Ranieri dal 2019, in precedenza hanno collaborato Stefano Pisani e Alessia Colaianni.
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