Per la prima volta, i ricercatori hanno costruito un modello che spiega con precisione la formazione di quei getti abbondanti di plasma che si originano nell’atmosfera del Sole e che sono chiamati spicule.
Per la prima volta, i ricercatori hanno costruito un modello che spiega con precisione la formazione di quei getti abbondanti di plasma che si originano nell’atmosfera del Sole e che sono chiamati spicule.
I risultati ottenuti dagli studiosi del Bay Area Environmental Research Institute di Petaluma, California, non solo risolvono il mistero di lunga data di come queste entità si formino, ma aiutano gli scienziati a comprendere come il plasma sulla superficie del Sole venga riscaldato fino a raggiungere temperature tanto elevate. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Science.
Cosa sono le spicule
Lo strato dell’atmosfera solare appena sopra la superficie visibile contiene getti di plasma spettacolari che sono sotto osservazione da oltre un secolo: si tratta di centinaia di migliaia di lingue di gas caldi con temperature che vanno da 10.000 K a 20.000 K. Le spicule salgono a quote di 10.000 chilometri prima di ricadere, e hanno una vita media di 5-10 minuti. Su scala maggiore la cromosfera mostra una struttura cellulare, nota come “rete cromosferica”, le linee della quale sono contraddistinte da gruppi di spicule concentrate ai confini dei supergranuli nella fotosfera sottostante.
Il modello numerico ha svelato il mistero
La loro funzione è probabilmente quella di fornire plasma caldo alla corona, ed è il motivo per cui l’atmosfera esterna del Sole raggiunge temperature di milioni di gradi.
Nel nuovo studio, per comprendere meglio come si formano questi getti, Juan Martinez-Sykora e colleghi hanno utilizzato modelli numerici avanzati per sviluppare simulazioni che hanno mostrato la produzione spontanea di numerose spicule. Inoltre, gli scienziati hanno scoperto che le proprietà presentate da queste simulazioni erano in accordo con le osservazioni di spicule reali da parte dell’Interface Region Imaging Spectograph e del Telescopio Solare Svedese.
I ricercatori sono stati in grado di determinare le interazioni fisiche tra campi magnetici e plasma solare che generano le spicule, migliorando la comprensione della nostra stella più vicina.