Un nuovo studio pubblicato su Science, coordinato da un gruppo di scienziati italiani, svela che Encelado, uno dei satelliti di Saturno, potrebbe contenere un grande oceano di acqua liquida
Un nuovo studio su Science, coordinato da un gruppo di scienziati italiani, svela che Encelado, uno sei satelliti di Saturno, potrebbe contenere un grande oceano di acqua liquida. Si tratta della prima misura geofisica che supporta l’ipotesi che esista una riserva di acqua su Encelado: questa teoria è stata proposta nel 2005 dopo la scoperta, da parte della sonda Cassini della Nasa, di ghiaccio d’acqua e vapore che venivano rilasciati dal suo polo Sud.
Il nuovo studio si basa su dati raccolti da Cassini e dal Deep Space Network della Nasa, e ha come primo autore Luciano Iess, della Sapienza Università di Roma. Alla ricerca hanno partecipato anche studiosi del California Institute of Technology di Pasadena.
Su Encelado, a quanto sostengono gli scienziati, potrebbe esserci acqua liquida sotterranea che è in contatto con un nucleo roccioso sui fondali. Una condizione che aumenterebbe significativamente le probabilità di trovare su questa piccola luna un ambiente favorevole a forme di vita. Gli scienziati hanno fatto questa scoperta studiando la gravità e la topografia di Encelado.
Iess e colleghi hanno infatti analizzato le forze gravitazionali prodotte da Encelado sulla sonda Cassini nel corso di tre passaggi ravvicinati che sono stati effettuati in corrispondenza delle calotte polari. “In profondità – spiega Iess – dovrebbe trovarsi materiale più denso di quello esistente in superficie: acqua liquida, appunto, che è più densa rispetto al ghiaccio del 7 per cento”. Il confronto delle misure gravitazionali con la topografia del satellite ha permesso di calcolare le dimensioni della riserva di acqua liquida: si tratta di una sorta di oceano (in gergo tecnico definito ‘regionale‘) che si estende a circa 30-40 chilometri sotto la superficie della calotta polare Sud del satellite. Una quantità d’acqua molto elevate e corrispondente all’incirca a quella del Lago Superiore, il secondo lago più grande della Terra che potrebbe arrivare, partendo dal polo Sud, fino a latitudini di circa 50 gradi Sud, per una profondità di 8 chilometri.