Gli scienziati, nella ricerca della vita extraterrestre, puntano spesso su esopianeti che ruotano intorno a stelle “fredde” con una piccola massa. Una nuova ricerca, tuttavia, mostra ora che stelle di questo tipo potrebbero avere un effetti negativo sulla potenziale abitabilità del pianeta.
Gli scienziati, nella ricerca della vita extraterrestre, puntano spesso su esopianeti che ruotano intorno a stelle “fredde” con una piccola massa. Una nuova ricerca, tuttavia, mostra ora che stelle di questo tipo potrebbero avere un effetti negativo sulla potenziale abitabilità del pianeta.
Lo studio del NASA Goddard Flight Center, presentato durante il National Astronomy Meeting del 3 luglio alla University of Hull, ha mostrato che le stelle con temperature minori potrebbero, sì, avere zone di abilità più ravvicinate (rispetto a quella nel nostro Sistema Solare) ma potrebbero avere campi magnetici più forti e, quindi, espulsioni di massa coronali (CME) più violente.
Letali espulsioni di massa coronali
Quando una CME colpisce un pianeta, comprime la sua magnetosfera, la bolla magnetica protettiva che riveste il pianeta. Le CME estreme possono esercitare una pressione sufficiente a lasciare esposta l’atmosfera di un pianeta rendendola suscettibile di essere addirittura “strappata” via. A quel punto, la superficie del pianeta, e tutte le sue potenziali forme di vita, potrebbero essere colpite dai dannosi raggi X emessi dalla stella.
I pericoli delle stelle fredde
Il team di scienziati ha studiato le CME solari e ha applicato le informazioni ricavate da questi processi alle CME di sistemi costituiti da stelle fredde. Gli studiosi hanno creato un modello che simulasse un CME della stella fredda V374 Pegasi, scoprendo che i forti campi magnetici di questa stella causano una riduzione al minimo del campo magnetico del pianeta colpito. “Mentre le stelle fredde sono le più numerose e offrono le migliori prospettive per quanto riguarda la ricerca della vita, potrebbero essere le più pericolose per la vita, a causa delle loro CME” ha spiegato Marc Kornbleuth, tra gli autori dello studio.
I risultati della ricerca, disponibile su arXiv, suggeriscono che un esopianeta, per proteggere la vita eventualmente ospitata, avrebbe bisogno di un campo magnetico da dieci a parecchie migliaia di volte più grande di quello della Terra, per difendere la sua atmosfera dalle CME delle stelle fredde.
[Immagine: credit Ron Miller]