L’introduzione di autoveicoli a guida autonoma nel traffico può contribuire a migliorarne il flusso e a diminuire il consumo di carburante. Questo secondo una ricerca della Rutgers University-Camden recentemente presentata a Washington D.C.
L’introduzione di autoveicoli a guida autonoma nel traffico può contribuire a migliorarne il flusso e a diminuire il consumo di carburante. Questo secondo una ricerca della Rutgers University-Camden recentemente presentata a Washington D.C.
Una ricerca multidisciplinare
La National Science Foundation, un’agenzia governativa statunitense che si occupa della promozione del progresso scientifico e dell’avanzamento della salute, prosperità e welfare all’interno del paese, ha invitato gli scienziati a discutere del proprio lavoro con i leader dell’industria automobilistica e gli ufficiali governativi, in occasione del Washington Auto Show, tenutosi a gennaio. Un team multidisciplinare di ricercatori, esperti in teoria del flusso di traffico, teoria del controllo, robotica, sistemi cyber-fisici e ingegneria dei trasporti, hanno mostrato ai rappresentanti politici presenti all’evento come le automobili a guida autonoma possano aiutare a prevenire gli ingorghi stradali o farli scomparire una volta formati.
I meccanismi del traffico
Gli automobilisti tendono a creare un traffico di tipo stop-and-go, ad esempio quando cambiano corsia o confluiscono in una strada, o ancora a causa delle naturali oscillazioni della guida umana. Gli studiosi hanno dimostrato che, controllando il ritmo delle auto a guida indipendente, questi veicoli contribuiscono a regolarizzare il flusso di traffico e a dissolvere le ondate stop-and-go. Durante il Washington Auto Show, gli scienziati hanno permesso ai visitatori di osservare il loro esperimento attraverso la realtà virtuale, guardando una rappresentazione 3D in cui un’unica auto a guida autonoma girava in una pista in maniera continua insieme ad altre venti automobili guidate da persone.
L’impatto delle automobili a guida autonoma
I ricercatori hanno determinato che anche una piccola percentuale di auto a guida autonoma, il 5%, può avere un impatto significativo nell’eliminazione dell’oscillazione del traffico e nella diminuzione del consumo totale di carburante e degli eventi di frenata. Benedetto Piccoli, ricercatore della Rutgers University-Camden e autore dell’articolo che descrive lo studio, ha commentato: “Molti politici, produttori di auto, venditori e altre persone con cui abbiamo parlato erano molto impressionati dai risultati della ricerca e hanno mostrato sentimenti positivi nei riguardi dei veicoli autonomi. Sono tutti d’accordo che l’impatto sull’economia del traffico reale e su quello ambientale potrebbero essere di grande importanza”.
La mobilità sostenibile è, invece, il tema dell’articolo “Le alternative per la mobilità sostenibile: il caso dell’idrogeno” di Lorenzo Battisti e Luciano Celi che potrete leggere acquistando l’ultimo numero di Sapere.