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30 Ago 2017

Ottenuto per la prima volta teletrasporto quantistico subacqueo

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Un gruppo di scienziati cinesi è riuscito a inviare informazioni tra due particelle tra loro in entanglement attraverso… l’acqua di mare. E’ la prima volta che viene realizzata una comunicazione quantistica subacquea.

Un gruppo di scienziati cinesi è riuscito a inviare informazioni tra due particelle tra loro in entanglement attraverso… l’acqua di mare. E’ la prima volta che viene realizzata una comunicazione quantistica subacquea.

 

Cos’è l’entanglement quantistico

Due particelle sono in entanglement quando il valore di una certa proprietà, misurato per una particella, influenza istantaneamente il corrispondente valore dell’altra, indipendentemente dal fatto che le due si trovino distanziate, senza alcun limite spaziale. Le due particelle risultano, in definitiva, inestricabilmente legate in modo che qualunque cosa succeda a una influenzerà automaticamente l’altra: attraverso questo meccanismo, si sono già “teletrasportate” informazioni su ampie distanze tramite fibre ottiche o addirittura nello spazio aperto.

 

Il teletrasporto subacqueo

Gli scienziati dell’Università di Shanghai Jiao Tong hanno inviato un’informazione attraverso un serbatoio d’acqua di mare lungo 3,3 metri. I ricercatori prevedono comunque di ottenere lo stesso risultato – una comunicazione subacquea che non sia violabile da parte di terzi – su una distanza di 900 metri. Si tratta di una ricerca che, per esempio, potrebbe tornare molto utile a un sottomarino che vuole comunicare in modo sicuro rimanendo sommerso. La comunicazione quantistica, anche conosciuta come teletrasporto quantistico, permette di inviare messaggi al riparo dallo sguardo “indiscreto” delle leggi della fisica: è la forma di crittografia perfetta.

 

L’esperimento

Gli scienziati hanno usato l’acqua del Mar Giallo, con cui hanno riempito un serbatoio di oltre tre metri situato nel loro laboratorio. Successivamente, hanno creato una coppia di fotoni in entanglement attraverso un fascio di luce che ha attraversato un cristallo. I due fotoni avevano in comune la polarizzazione: ogni variazione della polarizzazione in uno induceva identica variazione nell’altro.

Queste particelle sono state poi collocate in acqua, alle estremità opposte del serbatoio: l’esperimento ha dimostrato che, sebbene fossero separate da acqua di mare, le particelle comunicavano tra loro con precisione nel 98 per cento dei casi.
Gli scienziati ritengono di poter estendere questo risultato fino a 885 metri, sebbene altri gruppi di ricerca abbiano finora calcolato il limite di 120 metri alla comunicazione quantistica subacquea, a causa dell’assorbimento della luce da parte dell’acqua di mare. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista The Optical Society.

REDAZIONE
La Redazione del sito saperescienza.it è curata da Micaela Ranieri dal 2019, in precedenza hanno collaborato Stefano Pisani e Alessia Colaianni.
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