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04 Set 2019

Cambiamento climatico: l’Europa si sta riscaldando più velocemente del previsto

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È settembre e l’estate sta per concludersi. In Italia e nel resto dell’Europa anche quest’anno sono state registrate giornate con temperature molto alte, al di sopra della media. Molti di voi si chiederanno se questi dati sono realmente preoccupanti e se sono legati al cambiamento climatico in atto. Gli scienziati hanno analizzato le temperature raccolte dalle stazioni meteorologiche dal 1950 al 2018 nel nostro continente e i risultati ottenuti non sono incoraggianti.

È settembre e l’estate sta per concludersi. In Italia e nel resto dell’Europa anche quest’anno sono state registrate giornate con temperature molto alte, al di sopra della media. Molti di voi si chiederanno se questi dati sono realmente preoccupanti e se sono legati al cambiamento climatico in atto. Gli scienziati hanno analizzato le temperature raccolte dalle stazioni meteorologiche dal 1950 al 2018 nel nostro continente e i risultati ottenuti non sono incoraggianti.

 

Le conseguenze del cambiamento climatico iniziano a mostrarsi

 

Come riporta l’articolo pubblicato nella rivista scientifica Geophysical Research Letters, si stima che le attività umane abbiano causato l’innalzamento della temperatura terrestre di un 1°C rispetto a quella del periodo preindustriale. È stato osservato un aumento della temperatura media ma vi è anche la tendenza a picchi di caldo intenso più frequenti. Negli ultimi decenni la situazione è peggiorata qui in Europa: il nostro continente è una delle aree che sta soffrendo maggiormente dell’intensificazione dei massimi di calore a partire dagli anni Cinquanta e, contemporaneamente, c’è stata una diminuzione nella frequenza dei picchi di freddo. Questa è la situazione generale ma cosa ci raccontano i dati nello specifico? Leggiamoli insieme.

 

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Un’Europa più calda di quanto previsto

 

Dai dati esaminati dai ricercatori dell’Institute for Atmospheric and Climate Science di Zurigo, in Svizzera, è emerso che in media, in tutta Europa, il numero di giorni con caldo estremo e stress termico sono triplicati e i picchi di calore hanno subito un incremento di 2,3°C dal 1950 al 2018. Nella zona centrale il riscaldamento supera la media estiva del 50%.
Il numero di estremi freddi, invece, è diminuito di un fattore pari a 2-3 e la loro temperatura aumentata di più di 3°C, a livello regionale, superando la media invernale delle temperature.
Il riscaldamento dei massimi freddi e caldi è stato registrato nel 94% delle stazioni di raccolta dati e questo dimostra che non si sta parlando di variabilità interna a un territorio ma di un fenomeno esteso.
Qualcuno potrebbe ipotizzare che questi risultati riflettano il trend naturale di riscaldamento terrestre ma Ruth Lorenz, scienziata del clima e autrice principale dello studio, ci mette in guardia: “Persino a questa scala regionale in Europa, possiamo osservare che queste tendenze sono molto maggiori di ciò che ci saremmo aspettati dalla variabilità naturale. Questo è veramente un segnale del cambiamento climatico“.
I risultati ottenuti mostrano anche che l’area europea si sta riscaldando più velocemente di quanto previsto dai modelli climatici: in particolare in alcune regioni ci sono picchi più alti di quanto ci si aspettasse, in altre estremi più bassi. Geert Jan van Oldenborgh, analista climatico del Royal Netherlands Meteorological Institute a De Bilt, in Olanda, non coinvolto nella ricerca pubblicata, ha commentato nel comunicato ufficiale dell’American Geophysical Union: “In Olanda, Belgio, Francia, le tendenze dei modelli sono circa due volte più basse di quelle osservate. Stiamo raggiungendo nuovi record più velocemente di quanto ci aspettassimo”.

 

La lotta contro il riscaldamento globale è sempre più difficile
 

Come abbiamo potuto osservare per esperienza diretta, le ondate di calore estremo non sono da sottovalutare: sono molto pericolose e possono portare a stress significativi per l’organismo umano, soprattutto in coloro che sono più vulnerabili come anziani e malati. Tra gli effetti sulla salute ci sono i colpi di calore fino ad arrivare a conseguenze più gravi come l’infarto. Purtroppo estati e inverni europei saranno sempre più caldi, in concomitanza con l’accelerazione dei cambiamenti climatici, e allo stato attuale non siamo preparati all’impatto che tutto questo provocherà su persone e città.

 

Affidarsi a dati storici è essenziale nello studio e previsione del cambiamento climatico. Per comprenderne il motivo, acquistate e leggete l’articolo di Michele Brunetti e Maurizio Maugieri, “Ricostruzioni climatiche in Italia”, pubblicato nel numero di ottobre 2015 di Sapere.

 

Immagine di copertina: questa è un’immagine satellitare che rappresenta il calore emesso dall’Europa il 25 luglio 2019 e mostra i più alti picchi di temperatura di questa estate. Credits: Copernicus Sentinel data (2019) ESA – Copernicus Sentinel data (2019)

REDAZIONE
La Redazione del sito saperescienza.it è curata da Micaela Ranieri dal 2019, in precedenza hanno collaborato Stefano Pisani e Alessia Colaianni.
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