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30 Giu 2014

Algoritmo lega il rischio frane alla pioggia rimasta nel terreno

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Una stima dell’acqua che resta nel suolo dopo la caduta di precipitazioni, rilevata anche tramite misure satellitari, potrebbe essere utilizzata per valutare il rischio di frane e inondazioni.

Una stima dell’acqua che resta nel suolo dopo la caduta di precipitazioni, rilevata anche tramite misure satellitari, potrebbe essere utilizzata per valutare il rischio di frane e alluvioni. Un gruppo di scienziati provenienti da due Istituti del Cnr, l’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica (Irpi-Cnr) e l’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima (Isac-Cnr), ha sviluppato un procedimento che permette di quantificare con precisione le precipitazioni al suolo. Il nuovo algoritmo è stato chiamato Sm2Rain e i risultati della ricerca sono stati pubblicati in uno studio che compare sul Journal of Geophysical Research.

 

“Abbiamo sviluppato una tecnica innovativa per la stima da sensori satellitari delle precipitazioni, che utilizza misure di contenuto d’acqua del suolo anziché, come nelle metodologie tradizionali, informazioni relative alle nubi: un approccio bottom-up e non top-down, in pratica” spiega Luca Brocca, ricercatore Irpi-Cnr e autore della ricerca. “Misurando da satellite e/o in situ le variazioni della quantità di acqua contenuta al suolo è possibile stimare le precipitazioni cadute sul suolo stesso, che è considerato come una sorta di pluviometro naturale“.

 

L’algoritmo tiene in considerazione, come dati in entrata, dell’acqua assorbita dal terreno, di quella evaporata e di quella che resta in superficie. Il procedimento si basa sull’equazione di bilancio idrologico del suolo riuscendo ad arrivare a una valutazione delle precipitazioni in funzione del contenuto idrico del suolo. “Questo approccio ha fornito risultati anche più accurati rispetto alle tecniche tradizionali che hanno importanti ricadute per la previsione degli eventi idrologici estremi quali piene fluviali e frane, poiché rende possibile la stima delle precipitazioni e la gestione del rischio anche in assenza di pluviometri e sistemi di misura a terra” conclude Brocca.

 

REDAZIONE
La Redazione del sito saperescienza.it è curata da Micaela Ranieri dal 2019, in precedenza hanno collaborato Stefano Pisani e Alessia Colaianni.
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