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12 Lug 2019

Riforestazione: agire prima che sia troppo tardi

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La riforestazione è, per definizione, la ricostituzione di un bosco o una foresta distrutti. È spesso citata come la soluzione migliore per abbassare la concentrazione di anidride carbonica in atmosfera ma non è una soluzione così semplice come può apparire. Ricostituire un habitat comporta una serie di conseguenze naturali ma anche sociali ed economiche che è necessario considerare affinché questo tipo di azioni esprima al massimo il proprio potenziale positivo. Lo studio pubblicato pochi giorni fa su Science percorre questa strada, mettendoci in guardia: dobbiamo prendere decisioni velocemente perché il tempo a disposizione per la realizzazione di riforestazioni “ragionate” potrebbe non essere più sufficiente.

La riforestazione è, per definizione, la ricostituzione di un bosco o una foresta distrutti. È spesso citata come la soluzione migliore per abbassare la concentrazione di anidride carbonica in atmosfera ma non è una soluzione così semplice come può apparire. Ricostituire un habitat comporta una serie di conseguenze naturali ma anche sociali ed economiche che è necessario considerare affinché questo tipo di azioni esprima al massimo il proprio potenziale positivo. Lo studio pubblicato pochi giorni fa su Science percorre questa strada, mettendoci in guardia: dobbiamo prendere decisioni velocemente perché il tempo a disposizione per la realizzazione di riforestazioni “ragionate” potrebbe non essere più sufficiente.

 

Una scelta ragionata per usare le foreste contro i cambiamenti climatici

 

Avevamo già parlato del ruolo della riforestazione nel combattere il riscaldamento globale in un precedente articolo. Commentavamo una notizia, a tratti controversa, che era apparsa su Nature. La riforestazione, presenta indubbiamente numerosi vantaggi: abbassa le temperature, grazie al sequestro di anidride carbonica dall’atmosfera, ed è un ottimo strumento per la protezione della biodiversità. Tuttavia presenta anche degli effetti che è necessario misurare per poter operare scelte consapevoli che portino realmente al risultato desiderato. Infatti è da valutare, ad esempio, l’effetto sulle temperature di coperture vegetali con foglie scure, che assorbono la radiazione solare, o la produzione di isoprene, un composto organico volatile che contribuisce alla formazione dell’ozono e alla stabilità del metano, un gas serra come l’anidride carbonica.

 

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Quali sarebbero i vantaggi dati dalla riforestazione secondo il modello pubblicato su Science?

 

Stanno però iniziando finalmente a comparire studi che calcolano con più precisione gli effetti della riforestazione e le modalità con cui si dovrebbe procedere per raggiungere degli obiettivi utili a contrastare l’innalzamento delle temperature. Secondo la ricerca pubblicata su Science, la riforestazione è ancora tra le strategie più efficaci (e probabilmente meno costose rispetto, ad esempio, alla cattura diretta della CO2 in atmosfera mediante apposite macchine) per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Gli scienziati hanno elaborato una mappa della potenziale copertura globale di alberi e hanno mostrato che, allo stato attuale, si potrebbe arrivare a 4,4 miliardi di ettari: escludendo le aree agricole e urbane, c’è posto per 0,9 miliardi di ettari che sequestrerebbero dall’atmosfera 205 gigatonnellate di carbonio (1 gigatonnellata equivale a 1 miliardo di tonnellate), questo in zone già predisposte ad accogliere questo tipo di habitat, ossia quello di boschi e foreste. Questa quantità corrisponde a un quarto dell’anidride carbonica di origine antropica presente in atmosfera.
In un articolo dedicato alla ricerca apparso su Scientific American, Robin Chazdon, ecologista e biologa evoluzionista della University of Connecticut, ha sottolineato che la soluzione non è così facilmente attuabile come sembra, tenendo conto di altre priorità. Più alberi consumano una maggiore quantità di acqua e questo minaccerebbe l’agricoltura o altre attività umane in zone aride. Le popolazioni locali potrebbero, quindi, ostacolare la ricostituzione delle foreste se queste iniziassero a essere un problema per le coltivazioni e la pastorizia. Programmi di questo tipo presenti nelle Filippine, ad esempio, hanno fallito proprio perché non c’era il coinvolgimento delle comunità autoctone.

 

Dobbiamo sbrigarci!

 

Ad ogni modo, per realizzare un progetto di riforestazione basato sui modelli elaborati dagli scienziati della Scuola Politecnica Federale di Zurigo (ETH Zürich), sarebbe necessario premere l’acceleratore perché le condizioni climatiche potrebbero rendere più complessa l’impresa. Se non riusciremo a deviare l’attuale tendenza, la potenziale copertura globale di boschi e foreste potrebbe diminuire di circa 223 milioni di ettari entro il 2050, con perdite particolarmente gravi nell’area tropicale. Abbiamo quindi una possibilità per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici attraverso la riforestazione ma dobbiamo agire in fretta.

 

Abbiamo accennato al problema della perdita di biodiversità. Una delle cause è sicuramente il riscaldamento globale. Vi spiegherà meglio la questione Michela Pacifici nel suo articolo “Influenza dei cambiamenti climatici sul rischio di estinzione”, pubblicato nel numero di ottobre 2016 di Sapere.

 

Credits immagine: foto di Pexels da Pixabay

REDAZIONE
La Redazione del sito saperescienza.it è curata da Micaela Ranieri dal 2019, in precedenza hanno collaborato Stefano Pisani e Alessia Colaianni.
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