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16 Nov 2017

Un anno dopo i terremoti di Umbria e Marche, dalla comprensione alla corretta divulgazione

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È passato circa un anno dagli eventi sismici che hanno interessato il Centro Italia. Costituiscono la sequenza sismica Amatrice-Norcia-Visso, come la definisce l’INGV, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. I terremoti ebbero inizio il 24 agosto 2016 con successivi episodi, anche di magnitudo piuttosto elevate, con epicentri compresi tra la Valle del Tronto, i Monti Sibillini, i Monti della Laga e i Monti dell’Alto Aterno. Tutti ricordiamo la drammaticità di quei giorni e spesso siamo atterriti davanti alle forze che la natura può scatenare. Conoscere la geologia può aiutarci a comprendere e affrontare simili tragedie.

È passato circa un anno dagli eventi sismici che hanno interessato il Centro Italia. Costituiscono la sequenza sismica Amatrice-Norcia-Visso, come la definisce l’INGV, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. I terremoti ebbero inizio il 24 agosto 2016 con successivi episodi, anche di magnitudo piuttosto elevate, con epicentri compresi tra la Valle del Tronto, i Monti Sibillini, i Monti della Laga e i Monti dell’Alto Aterno. Tutti ricordiamo la drammaticità di quei giorni e spesso siamo atterriti davanti alle forze che la natura può scatenare. Conoscere la geologia può aiutarci a comprendere e affrontare simili tragedie.

 

 

Cos’è un terremoto?

 

 

Le grandi placche in cui è suddiviso lo strato più superficiale della Terra sono in movimento e questa è la causa dei fortissimi sforzi che le rocce della crosta subiscono. Quando il loro limite di resistenza viene superato, queste si rompono sprigionando improvvisamente una grande quantità di energia che si propaga sotto forma di onde sismiche, dando vita così ai terremoti.

 

 

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Terremoti in Italia

 

Nella storia della penisola italiana i terremoti più forti hanno avuto luogo in Sicilia, nelle Alpi orientali e lungo gli Appennini centro-meridionali, a partire dall’Abruzzo per finire alla punta dello stivale, in Calabria. I sismi tendono a ripetersi sempre nelle stesse aree: lì lo sforzo tettonico dovuto al movimento delle placche è maggiore, conseguentemente anche l’accumulo di energia e la deformazione avranno valori più elevati. L’INGV ha, fortunatamente, il polso della situazione e con le sue 350 stazioni sismiche diffuse in tutto il territorio è in grado di monitorare e poter così organizzare in maniera più rapida l’azione della Protezione civile in caso di eventi catastrofici, proprio come quelli avvenuti nelle Marche e in Umbria.

 

 

Conoscere e divulgare

 

 

Poche settimane fa, il 29 e 30 ottobre 2017, a più di un anno dalla sequenza sismica del Centro Italia, l’INGV ha incontrato cittadini e studenti di Amatrice per presentare i risultati del lavoro svolto durante questi mesi: sono state illustrate la storia sismica dell’area, le prospettive di ricerca sui terremoti e le ultime novità sulle tecniche ricostruttive nel campo dell’edilizia. L’essere consapevoli di ciò che è accaduto, dei problemi e delle risorse della propria regione, può aiutare ad affrontare le difficoltà e a non farci sorprendere impreparati in futuro.

 

Sempre l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha realizzato una mappa interattiva della sequenza Amatrice-Norcia-Visso, grazie alla quale poter visualizzare e conoscere le caratteristiche degli eventi sismici relativi in base alla magnitudo e alle fasi temporali. Uno strumento per addetti ai lavori che però, adoperato nel giusto contesto, può servire a spiegare cosa è successo e sta ancora accadendo dal punto di vista geologico, in Italia.

 

 

 

Nella nostra nazione esistono anche altre zone “calde”. Scopritele acquistando il numero di Sapere di ottobre e leggendo la rubrica “Terra, Terra!” di Alina Polonia.

REDAZIONE
La Redazione del sito saperescienza.it è curata da Micaela Ranieri dal 2019, in precedenza hanno collaborato Stefano Pisani e Alessia Colaianni.
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