La settimana appena trascorsa merita di entrare negli annali della ricerca italiana perché ha visto la premiazione di due grandi scienziati made in Italy.
A Balzani il premio Mendeleev
Prima è arrivato l’annuncio del premio Nobel per la Fisica a Giorgio Parisi, esponente di spicco della scuola di fisica teorica di Roma, poi quello del meno noto premio Unesco Russia intitolato al grande chimico Dmitrij Mendeleev a Vincenzo Balzani, professore emerito dell’Università di Bologna per il «suo eccezionale contributo allo sviluppo scientifico della chimica di base e per l’impegno profuso, durante tutta la sua carriera, nella promozione della cooperazione internazionale, dell’insegnamento ai giovani e dello sviluppo sostenibile».
Mentre tutti conoscono il premio Nobel, che ha una storia più che centenaria, il premio Unesco Russia Mendeleev è fresco di istituzione e il prof. Balzani ha avuto l’onore di essere il primo premiato. In effetti, benché sia intitolato al chimico che ha inventato la tavola degli elementi, il premio è rivolto a tutta la scienza di base, a includere chimica, fisica, matematica e biologia, con un interesse particolare all’insegnamento, all’innovazione e allo sviluppo sostenibile.
Balzani e la ricerca sull’energia
Ogni anno il premio vuole riconoscere il merito di due persone il cui operato abbia avuto un impatto su scala locale o globale o che si sono spese nell’ambito della cooperazione internazionale. Un perfetto ritratto di Vincenzo Balzani che 50 anni fa ha pubblicato un lavoro fondamentale sulla produzione dell’idrogeno a partire dall’acqua, utilizzando energia solare. Un argomento che è oggi uno dei capisaldi della riconversione alle energie pulite e di cui lui stesso ci racconta qui.
Balzani è stato un acceso sostenitore della necessità di collaborazione internazionale nel mondo scientifico (e non solo). Ha sempre detto che gli scienziati devono essere aperti al mondo ed essere disposti a condividere il loro sapere, perché hanno una grande responsabilità nei confronti della società.
L’importanza della scienza per la società
Questa profonda coscienza dell’importanza sociale della ricerca di base lo accumuna a Parisi che, pur trattando abitualmente problemi molto astratti di fisica teorica, non ha esitato a occuparsi dell’analisi dei dati relativi alla pandemia o a promuovere ricerche sul cambiamento climatico.
Due campioni della ricerca di base con profondi legami con l’insegnamento universitario e grande sensibilità al sociale. Due scienziati completi che mi onoro di conoscere attraverso la nostra comune appartenenza al Gruppo 2003 per la ricerca scientifica, un’associazione che riunisce gli scienziati italiani con il maggior numero di citazioni nella letteratura scientifica.