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28 Mag 2018

Ridurre il traffico? Ci pensano un algoritmo e una app

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Il traffico, soprattutto nei grandi centri abitati, è un ostacolo per il normale funzionamento della vita cittadina: caos, ritardi, inquinamento atmosferico e acustico spesso regnano incontrastati in metropoli come New York (ma anche nelle nostre Roma, Milano, Napoli e Bari). La ricerca sta tentando di trovare una soluzione valida per regolare il flusso dei mezzi di trasporto, un esempio è l’introduzione di autoveicoli a guida autonoma, di cui vi abbiamo parlato in questo articolo. Un nuovo approccio, a cui la rivista Nature ha dedicato la copertina, è stato sviluppato da un team di ricercatori dell’Istituto di informatica e telematica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-IIT) di Pisa, del Massachusetts Institute of Technology (MIT) e della Cornell University di New York.

Il traffico, soprattutto nei grandi centri abitati, è un ostacolo per il normale funzionamento della vita cittadina: caos, ritardi, inquinamento atmosferico e acustico spesso regnano incontrastati in metropoli come New York (ma anche nelle nostre Roma, Milano, Napoli e Bari). La ricerca sta tentando di trovare una soluzione valida per regolare il flusso dei mezzi di trasporto, un esempio è l’introduzione di autoveicoli a guida autonoma, di cui vi abbiamo parlato in questo articolo. Un nuovo approccio, a cui la rivista Nature ha dedicato la copertina, è stato sviluppato da un team di ricercatori dell’Istituto di informatica e telematica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-IIT) di Pisa, del Massachusetts Institute of Technology (MIT) e della Cornell University di New York.

 

Lo studio pubblicato su Nature

 

Gli scienziati hanno elaborato un sistema matematico-informatico in grado di ridurre del 30% le flotte di autoveicoli come quella dei taxi di New York, garantendo gli stessi livelli di servizio e senza ricorrere a viaggi condivisi, diminuendo il traffico veicolare e favorendo anche turni di lavoro ridotti ai tassisti. Il metodo utilizzato per raggiungere questi risultati si chiama “rete di condivisione dei veicoli”: ogni viaggio in taxi è stato caratterizzato in base al tempo e alle coordinate GPS del punto di raccolta e di quello di discesa del passeggero. Un algoritmo ha, quindi, identificato la sequenza di viaggi che può essere servita da un singolo veicolo con il minimo tempo di percorrenza tra ciascun punto di raccolta e discesa. Il test ha coinvolto i 13.500 taxi di New York nel corso di un anno, per oltre 150 milioni di viaggi. L’applicazione del metodo dimostra che la flotta può essere ridotta di oltre il 30% rispetto ai livelli attuali, fornendo livelli di servizio ottimali per gli utenti.

 

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I precedenti tentativi

 

Come già accennato, altre ricerche avevano tentato di porre rimedio a situazioni di traffico veicolare difficilmente gestibili. Fino a oggi gli studiosi hanno cercato una risoluzione usando variazioni del cosiddetto “problema del commesso viaggiatore”, che mira a ridurre al minimo la distanza percorsa da un venditore che deve visitare un determinato numero di destinazioni in una città. “I precedenti tentativi dei ricercatori di ridurre le flotte di veicoli potevano funzionare per piccole quantità e non per i grandi numeri di città come New York, Milano o Roma, mentre il nostro studio rivela che è possibile ridurre in maniera significativa anche flotte molto numerose”, dice Paolo Santi del Cnr-IIT.

 

Verso una mobilità sostenibile

 

“Questa riduzione potenziale del traffico”, precisa Carlo Ratti, direttore del Senseable City Lab del MIT, “non presuppone alcuna condivisione dei viaggi da parte dei passeggeri, ma è più semplicemente il frutto di una riorganizzazione che potrebbe essere eseguita con una semplice app per smartphone in tutto simile a quelle già in uso per prenotare taxi”. “Le auto private lasceranno gradualmente il posto a servizi di mobilità condivisa”, continua Paolo Santi, “con operatori che offriranno diverse modalità di trasporto su richiesta. Così come l’avvento delle auto a guida autonoma e l’emergere di nuovi servizi di mobilità on-demand, come Uber e Lyft, cambieranno radicalmente il modo di viaggiare nelle città del futuro”.

 

Per approfondire il tema della mobilità sostenibile, acquistate e leggete l’articolo “Le alternative per la mobilità sostenibile: il caso dell’idrogeno” di Lorenzo Battisti e Luciano Celi, pubblicato nel numero di Sapere di febbraio 2018.

REDAZIONE
La Redazione del sito saperescienza.it è curata da Micaela Ranieri dal 2019, in precedenza hanno collaborato Stefano Pisani e Alessia Colaianni.
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