Neutrini che provengono dal mantello terrestre. A individuarli, per la prima volta, è stato l’esperimento Borexino, condotto dagli scienziati dell’INFN ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso.
Neutrini che provengono dal mantello terrestre. A individuarli, per la prima volta, è stato l’esperimento Borexino, condotto dagli scienziati dell’INFN (Istituto Nazionale Fisica Nucleare) ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Physical Review D.
Sulla base di questa rilevazione, i ricercatori hanno potuto comprendere meglio il meccanismo di generazione del calore interno della Terra.
I neutrini generati all’interno della Terra, o geoneutrini, sono il risultato del decadimento degli isotopi uranio-238 e torio-232 del mantello e la componente radiogenica dell’energia che riscalda il pianeta dall’interno è stata calcolata in circa 33 terawatt, un valore superiore a quello finora stimato. Questo calore è sufficiente da solo a sostenere i moti convettivi del mantello fludio, che sono responsabili di importanti processi come il movimento delle placche, l’attività vulcanica e i terremoti. Borexino aveva individuato nel 2010 geoneutrini, ma in numero non sufficiente per stabilire se provenissero da decadimenti radioattivi verificatisi nel mantello o nella crosta terrestre.