Scoperto a Cuba un nuovo ceppo del virus dell’HIV molto più aggressivo del normale. La velocità con cui induce l’AIDS è circa tripla rispetto alla versione, non mutante, conosciuta finora.
Mentre la comunità scientifica muove incerti, ma tenaci, passi nella direzione di un vaccino per l’HIV, un gruppo di studiosi belgi ha individuato un nuovo ceppo del virus a Cuba che sembrerebbe essere molto più aggressivo del normale. Il virus scatenerebbe l’AIDS nel giro di tre anni dall’infezione e la progressione verso la malattia sarebbe così veloce che il trattamento con gli antiretrovirali potrebbe arrivare con irrimediabile ritardo.
Senza l’azione degli antiretrovirali, di solito, l’infezione da HIV impiega da 5 a 10 anni per indurre la sindrome da immunodeficienza acquisita. “In questo gruppo di pazienti, con infezione recente, la malattia procede in modo molto più rapido” ha spiegato Anne-Mieke Vandamme, dell’Università di Leuvan, Belgio, tra gli autori dello studio pubblicato sulla rivista EBioMedicine. Tutti i pazienti che erano stati infettati con la forma mutante del virus, nonostante avessero ricevuto il trattamento standard, hanno sviluppato l’AIDS nel giro di tre anni.
Il nuovo ceppo, chiamato CRF19, sarebbe una combinazione dei sottotipi A, D e G dell’HIV. Questa mutazione è stata in precedenza osservata anche in Africa, ma si è presentata in pochissimi casi. A Cuba, invece, il ceppo sembra essere molto più diffuso, abbastanza da poter essere studiato.