Un gruppo di scienziati americani è riuscito ad arrivare a una nuova “versione” del virus dell’Hiv che è in grado di infettare i primati diversi dall’uomo. Il modello animale infettato che ne deriverà, potrà contribuire in modo decisivo ai futuri studi sulla malattia
Il virus dell’Hiv determina la sindrome da immunodeficienza acquisita (Aids) negli esseri umani e negli scimpanzé. Tuttavia, questi animali non rappresentano un modello ‘comodo’ per li studi sperimentali che mirano ad annientare questo pericoloso patogeno altamente selettivo. L’Hiv, infatti, non colpisce specie diverse dagli ospiti abituali, e questa caratteristica ha ostacolato notevolmente i test su modelli animali alla ricerca di approcci terapeutici utili all’uomo.
Nello studio della Rockfeller University (Usa), che compare su Science, gli scienziati hanno descritto la sintesi di una forma leggermente modificata di Hiv che non solo infetta il macaco nemestrino (Macaca nemestrina), una specie di scimmia, ma riesce anche a indure la comparsa dell’Aids negli altri primati. “Con questo traguardo – ha commentato Paul Bieniasz, tra gli autori della ricerca – abbiamo fatto un passo in avanti verso la creazione di un nuovo modello per l’Aids utilizzabile universalmente nella ricerca su prevenzione e trattamenti”.