Un vaccino prototipale in grado potenzialmente di prevenire il diabete di tipo 1 nei bambini è pronto per la sperimentazione clinica nel 2018.
Un vaccino prototipale in grado potenzialmente di prevenire il diabete di tipo 1 nei bambini è pronto per la sperimentazione clinica nel 2018. Gli scienziati si aspettano che il vaccino riesca a ridurre il numero di nuovi casi annui di diabete, fornendo protezione contro un virus che innesca una difesa immunitaria che porta l’organismo ad attaccare se stesso.
Il virus che innesca il diabete
Il virus si chiama coxsackievirus B1 e, in oltre vent’anni di ricerche, gli studiosi dell’Università di Tampere, Finlandia, hanno dimostrato in modo inequivocabile che è in grado di provocare una reazione autoimmune che induce il corpo a distruggere le cellule del proprio pancreas.
Il diabete di tipo 1, da non confondersi con quello di tipo 2 che è la forma più diffusa e che tende a presentarsi in tarda età, comporta un decremento della capacità di produrre insulina, che viene usata dalle cellule del corpo per assorbire glucosio dal sangue. Il calo dell’insulina è la conseguenza della distruzione delle cellule beta del tessuto pancreatico da parte del sistema immunitario, un fenomeno che in questi termini si verifica spesso nei primi anni di vita. Ma cosa crea questa “confusione” nel corpo, che fa sì che le cellule beta siano riconosciute come estranee?
Il ruolo degli enterovirus
I processi che causano questa condizione potrebbero essere numerosi: per esempio, secondo il virologo Heikke Hyoty dell’Università di Tampere, tutto potrebbe cominciare da un’infezione da parte di un enterovirus.
Gli enterovirus sono molto comuni nei neonati: secondo i Centers for Disease Control and Prevention, circa un quarto delle 444 infezioni da enterovirus registrate nel 2007 sono state causate dal coxsackievirus B1.
Come si legge sulla rivista Vaccine, Hyoty e il suo gruppo hanno usato un paio di studi su bambini finlandesi con diabete di tipo 1 per mostrare che almeno uno su sei tipi di virus nel gruppo B dei coxsackieviruses è associato con questa condizione patologica. Il vaccino di prossimo sviluppo potrebbe allora porre un freno a questo tipo di processi. “Già sappiamo che il vaccino è efficace e sicuro sui topi – ha spiegato Hyoty – ora il processo di sviluppo prevede una prossima, decisiva fase, con lo studio degli effetti sull’uomo”.
Pronto tra otto anni?
I test sugli adulti in salute serviranno a mappare le possibili complicazioni. Il vaccino, come effetto aggiuntivo, potrebbe anche aiutare a ridurre infezioni causate da altri tipi di enterovirus e potrebbe proteggere dal comune raffreddore, dalle miocarditi, dalla meningite e dalle infezioni all’orecchio, per esempio. Se tutto procede senza intoppi, il vaccino potrebbe essere distribuito tra circa otto anni. Nel frattempo, gruppi come lo Juvenile Diabetes Research Foundation stanno continuando a finanziare la ricerca di una strada per prevenire e trattare il diabete di tipo 1 perfezionando tecnologie che imitino le funzioni del pancreas o attraverso l’identificazione di modi attraverso i quali rigenerare le cellule che producono insulina.