Le carni rosse e quelle processate hanno il potenziale di causare il cancro. E’ quanto sostiene uno studio dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) di Lione, considerata un’autorità nella valutazione delle prove sulle cause del cancro.
Le carni rosse e quelle processate, ossia sottoposte a trattamenti mirati ad aumentarne la conservazione come pancetta, prosciutto, salame, salsicce, carne in scatola, etc., hanno il potenziale di causare il cancro. E’ quanto sostiene uno studio dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) di Lione, agenzia dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) considerata un’autorità nella valutazione delle prove sulle cause del cancro. Come si legge sulla rivista The Lancet Oncology, le carni processate come salami e bacon sono classificate come cancerogene allo stesso livello del fumo di tabacco e del diesel esausto.
La carne fresca, invece, è considerata una probabile causa di cancro con livello di pericolosità pari al diffuso erbicida glifosato. La IARC ha valutato numerosi studi sulla questione e le conclusioni hanno portato a sottolineare una forte evidenza di un legame tra mangiare troppa carne e l’insorgenza di cancro al colon-retto, la terza più comunce causa di morte al mondo. La classificazione della pericolosità della carne processata è stata basata su associazioni tra consumo di questo tipo di carne e cancro allo stomaco e al colon-retto mentre la classificazione della carne rossa discende da un legame emerso tra il consumo di questo alimento e il cancro colon-rettale, al pancreas e alla prostata.
L’Agenzia ha passato in rassegna oltre 800 studi: i risultati dell’indagine suggeriscono che anche piccole quantità quotidiane di carne sono associate con un aumento di rischio di certi tipi di cancro. Per esempio, l’analisi di un gruppo di 10 studi ha fatto emergere un aumento del rischio di cancro colon-rettale del 17 per cento per ogni 100 grammi al giorni di carne rossa consumata e del 18 per cento per ogni 50 grammi quotidiani di carne rossa processata assunta.
Il report IARC conferma le precedenti raccomandazioni degli esperti in materia. Il World Cancer Research Fund, nel 2011, aveva concluso che c’era una forte evidenza di legami tra il consumo di carne rossa e processata e l’aumento del rischio di cancro al colon-retto, raccomanandando di non mangiare più di 500 grammi alla settimana di carne come manzo, maiale e agnello e di limitare il più possibile prodotti come prosciutto e salame.