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18 Apr 2018

Scoperto un nuovo meccanismo legato alla virulenza e all’antibioticoresistenza dello Staphylococcus aureus

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È stato di recente caratterizzato un gene dello Staphylococcus aureus coinvolto nella virulenza, nella formazione di biofilm (aggregati di batteri) e nella resistenza ad alcuni antibiotici. Gli studi sono stati svolti da un gruppo di ricerca dell’Institut Pasteur – CNRS di Parigi e i risultati sono stati pubblicati nelle pagine della rivista internazionale PLoS Pathogens. Cos’è lo Staphylococcus aureus e perché questo lavoro potrebbe essere importante in termini di sanità pubblica? Scopriamolo insieme.

È stato di recente caratterizzato un gene dello Staphylococcus aureus coinvolto nella virulenza, nella formazione di biofilm (aggregati di batteri) e nella resistenza ad alcuni antibiotici. Gli studi sono stati svolti da un gruppo di ricerca dell’Institut Pasteur – CNRS di Parigi e i risultati sono stati pubblicati nelle pagine della rivista internazionale PLoS Pathogens. Cos’è lo Staphylococcus aureus e perché questo lavoro potrebbe essere importante in termini di sanità pubblica? Scopriamolo insieme.

 

Un nemico sempre presente

 

Lo Staphylococcus aureus è un batterio Gram-positivo presente naturalmente nella flora della nostra pelle. Solitamente colonizza la mucosa esterna nel 30-50% della popolazione che si trova così a essere un portatrice sana di questo microrganismo, senza manifestare sintomi. Purtroppo lo stafilococco aureo è anche un patogeno umano, causa di malattie che vanno dalle lesioni cutanee (ad esempio l’impetigine, un’infezione della pelle che interessa soprattutto i bambini) a endocarditi, polmoniti acute, osteomieliti o sepsi. Questo batterio è il responsabile delle infezioni contratte in ospedale.

 

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L’antibioticoresistenza

 

Non esiste una terapia adeguata per combattere contro lo Staphylococcus aureus? Sfortunatamente i ceppi più pericolosi sono quelli che mostrano resistenza a più antibiotici. Le cause generali di questo fenomeno sono molteplici: l’incremento dell’utilizzo (non sempre corretto) di questi farmaci, la diffusione dei ceppi dovuta all’aumento dei viaggi internazionali, la propagazione in ambiente ospedaliero di infezioni date da microrganismi antibioticoresistenti e il mancato controllo di questo fenomeno. L’assunzione continua di antibiotici aumenta la pressione selettiva, favorendo la proliferazione di ceppi resistenti. Ad esempio il MRSA, lo Staphylococcus aureus resistente alla meticillina, è molto diffuso negli ospedali ed è oggetto di preoccupazione per quanto riguarda la salute pubblica.

 

Una nuova arma contro le infezioni

 

Il team di ricercatori dell’Institut Pasteur, guidati da Tarek Msadek, ricercatore nell’Unità di biologia dei patogeni Gram-positivi, sta esaminando le risposte dei batteri alle variazioni ambientali e il loro ruolo nella patogenesi dello Staphylococcus aureus e nell’interazione con l’organismo ospite. Questo tipo di risposte sono spesso controllate geneticamente da un sistema a “due componenti”. Durante lo studio di uno di questi sistemi, il WalKR, essenziale per la sopravvivenza del batterio, gli studiosi hanno caratterizzato un componente aggiuntivo, SpdC, una proteina della membrana di cui non si conosceva il ruolo. SpdC interagisce con il sistema WalKR per controllarne l’attività e la sua assenza porta a una diminuzione della virulenza, della formazione di biofilm e della resistenza a determinati antibiotici.
L’inibizione di SpdC potrebbe essere un’arma per combattere le infezioni da stafilococco aureo e per capire il meccanismo di transizione da commensale a patogeno di questo microrganismo così pericoloso.

 

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Immagine di copertina: fotografia al microscopio a scansione elettronica di uno Staphylococcus aureus resistente alla meticillina. Credits: NIAID (CC BY 2.0

REDAZIONE
La Redazione del sito saperescienza.it è curata da Micaela Ranieri dal 2019, in precedenza hanno collaborato Stefano Pisani e Alessia Colaianni.
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